One Piece è un’opera lunga e, secondo molto, addirittura interminabile. Tanti sono gli appassionati in pari con l’anime e persino col manga nonostante i quasi 1100 capitoli ma altrettanti sono i fan che vorrebbero iniziarlo ma che hanno sempre desistito, intimoriti dalla lunghezza, di fronte alla quale hanno preferito dare la priorità alla lettura di opere più breve e altrettanto importanti e divertenti.
A complicare ancora di più il recupero di One Piece vi è il fatto che l’anime è composto per oltre il 50% da filler: episodi non tratti dal manga e pertanto praticamente inutili per la trama principale che purtroppo non tutti riescono ad individuare. Abbiamo già cercato di aiutarvi da quel punto di vista, realizzando una lista accurata e completa di tutti i filler che potreste salvare se state cercando di mettervi in pari con l’opera di Eiichiro Oda.
Oggi non siamo qui per riflettere su come e quando recuperare l’adattamento animato, bensì per festeggiare un importante traguardo interno al manga e, in particolare, per la fase post time skip della controparte cartacea.
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Oggi il post time skip di One Piece diventa ufficialmente più “vecchio” del pre-time skip: quest’ultimo, infatti, è stato in corso da 4790 giorni. A partire da oggi 12 ottobre invece il post time skip è in corso da ben 4791 giorni, superando quindi la prima parte dell’opera: pensare che alla fine di One Piece il post time skip diventerà molto più lungo della parte precedente ci fa provare una strana sensazione, anche se era prevedibile che prima o poi sarebbe accaduto.
Tutto ciò è abbastanza ironico, se consideriamo che il post time skip è generalmente la parte meno apprezzata di One Piece e più criticata dagli appassionati, sia da chi legge l’opera da tempo sia dai nuovi lettori. Le critiche, comunque, potrebbero essere come al solito un po’ troppo severe e frutto forse della nostalgia dei toni e degli ambienti che avevano caratterizzato la prima parte dell’opera. Che ci piaccia o no, però, il presente di One Piece è ormai questo.
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