Banksy, il celebre artista e writer britannico che non ha mai mostrato al mondo il suo vero volto, è atteso in tribunale a Londra, dove dovrà rispondere dell’accusa di diffamazione a volto scoperto. A riferirlo, è un articolo del Daily Mail che porta la firma di Richard Eden, nel quale sono aggiunti dettagli sulla presunta identità dell’artista di graffiti noto come “il più improbabile dei tesori nazionali”.
C’è da dire che la notizia non sia del tutto affidabile, in quanto cercherebbe di rilanciare uno scoop datato 2008 passato in sordina, secondo il quale Banksy sarebbe lo pseudonimo di Robin Gunningham. Al centro delle rivelazioni ci sarebbe Andrew Gallagher, un imprenditore 56enne che svela come l’uomo dietro la maschera avrebbe 53 anni, sarebbe nato a Bristol e avrebbe ricevuto un’educazione pubblica.
Nonostante né i contorni della vicenda, né i motivi dell’accusa siano al momento ben chiari, nei documenti legali riguardanti la difesa dell’artista figura l’azienda che Banksy stesso ha fondato, dandole giocosamente il nome di Pest Control Ltd. Fino a ora, l’azienda si era occupata solamente di “vendere la sua arte, i cui metodi di produzione rimangono invariati: di notte e non visto, con l’utilizzo di stencil“.
Una foto di Banksy?
Gallagher, l’imprenditore iconoclasta dietro alle presunte rivelazioni e alla causa per diffamazione, avrebbe mostrato al mondo anche una foto di Banksy, l’autore che dai primi del duemila: “adorna i lati degli edifici e le mura cadenti non solo a Bristol e a Londra, ma ovunque dal West Bank a Detroit.“
Di seguito, la foto dell’artista che Gallagher additerebbe come Banksy, dopo il suo ingresso travestito nel 2003 al Tate Britain per appendere una sua opera nel museo. L’imprenditore, tramite il suo avvocato, ha fatto sapere di non poter aggiungere altro riguardo alla causa, finché Banksy o la Pest Control Ltd. non avranno firmato un “acknowledgement of service” in merito alla citazione in giudizio.
Come per la foto che lo avrebbe ritratto in Giamaica nel 2008, in jeans e camicia blu, anche stavolta Banksy ha negato di essere l’uomo immortalato, lasciando di fatto aperto il mistero sulla sua vera identità la quale, fino alla data del presunto processo, potrebbe come potrebbe non essere quella di Robin Gunningham.