Torniamo a parlare di un argomento che sembra non passare mai di moda: l’AI (intelligenza artificiale), che tanto fa discutere non solo in ambito d’intrattenimento o fotografico, ma anche per quanto riguarda il mondo dei videogiochi. Uno dei più illustri sviluppatori degli ultimi anni ha espresso i suoi dubbi e le sue speranze in merito all’uso di questa potente tecnologia nello sviluppo di nuovi titoli.
Il nome in questione è quello di Tom Hall, fondatore di ID Software e tra i “papà” del noto FPS Doom. In un’intervista pubblicata da Rock Paper Shotgun, lo sviluppatore si è concentrato molto sulla sua idea di futuro per il mondo dei videogiochi e sull’impiego dello strumento che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi nelle fasi di sviluppo videoludico: andiamo a scoprire quali sono state le sue dichiarazioni.
L’AI come ostacolo alla creatività degli sviluppatori?
Come detto in precedenza, Hall non si esprime né totalmente a favore né totalmente contro l’utilizzo di questo innovativo mezzo nell’atto di sviluppare un prodotto videoludico. Lo sviluppatore ha infatti dichiarato:
“Sono eccitato da come questo strumento potrebbe essere utilizzato, sempre eticamente parlando, per essere un elemento centrale del gioco: è come se tu, giocando col titolo, allo stesso modo fossi un po’ il suo elemento di gioco. Potrebbe generare cose per te, o consentire un gameplay diverso, può adattarsi in modo molto più fluido a ciò che stai facendo, o semplicemente creare più contenuti di gioco in modo sensato.”
Un’arma a doppio taglio
Il discorso prosegue inquadrando l’altra faccia della medaglia…
“Non voglio però che, volenti o nolenti, tutto diventi procedurale e basato su questo sistema, e che l’abilità umana diventi inutile nella fase di sviluppo, perché questo omologherebbe i giochi, un po’ come lo sono molti giochi AAA adesso. Questi ultimi funzionano tutti con una struttura simile: “Sto attaccando il mostro, oh, ora è lui che mi sta attaccando, mi sposterò di mezzo.” È più o meno la stessa cosa. Ed è quello che non voglio che accada ai giochi a causa di questo potente mezzo. Da un lato la voglio usare per consentirci di realizzare cose più interessanti e sorprendenti, ma è necessario che ci sia ancora un senso dell’artigianato, del fatto con passione e umanità.”