L’anime di Naruto è pieno zeppo di filler, soprattutto nelle sue battute finali, e non sempre si tratta di filler piacevoli da seguire o capaci di intrattenere: spesso e volentieri si tratta di puntate pressoché vuote, prive di qualsiasi tipo di elemento interessante e con protagonisti personaggi secondari che attirano ben poco interesse da parte degli appassionati. Non è, però, sempre così.
Abbiamo già parlato in passato di come un episodio filler della prima serie di Naruto sia ancora oggi uno dei migliori episodi mai realizzati. Oggi, per dimostrarvi ulteriormente quanto certi episodi anime original siano degni della vostra attenzione, andremo a parlare di un arco interamente filler che rappresenta ancora oggi uno dei migliori prodotti mai realizzati per l’anime di Naruto Shippuden.
Il titolo dell’arco è La Saga dell’ANBU Kakashi: il ninja che vive nell’oscurità, e come suggerisce il titolo stesso è un breve arco dedicato interamente a Kakashi e ai dieci anni circa che ha trascorso nella squadra ANBU, dal suo ingresso fino al momento del diploma del Team 7. I motivi per cui dovreste assolutamente dare uno sguardo a questa dozzina di puntate, se non lo avete già fatto, sono tantissimi.
Kakashi, dopo la morte di Rin
La prima puntata dell’arco narrativo è dedicata brevemente ad esplorare la vita di Kakashi nei mesi successivi alla morte di Rin: il ragazzo è incredibilmente scosso dall’accaduto nonostante le diverse settimane trascorse. Ovunque si gira per il Villaggio vede lo spettro dell’amica morta, la notte si sveglia in preda al panico e agli incubi, sognando più e più volte il momento in cui l’ha uccisa.
Vede in continuazione le proprie mani macchiate di sangue, sporcate da una promessa infranta che non potrà mai più onorare: questa è un’immagine completamente inedita del Ninja Copia, che appare sempre così sicuro di sé, e che qui invece ci viene mostrato con tutte le sue fragilità, paranoie e persino in lacrime in una particolare scena del primo episodio.
Kakashi è distrutto dai lutti e dalle perdite e ciò si vede perfettamente anche solo dal primo episodio. Se nel corso di Naruto lo vediamo piuttosto riservato ma mai eccessivamente chiuso in se stesso qui il ninja è un vero e proprio porcospino che ignora amici, conoscenti e compagni, troppo immerso nel senso di colpa per capire che la vita continua anche dopo la morte di chi amiamo.
Il rapporto con Minato
Minato è un personaggio fondamentale per i primi episodi di questo arco narrativo. Lo vediamo diventare Hokage nel primo episodio, e nonostante i doveri e le responsabilità del nuovo incarico cerca comunque di badare allo studente e prendersi cura di lui laddove possibile: gli fa visita in ospedale, chiede a Gai di seguirlo in missione in modo che non si cacci nei guai e domanda spesso e volentieri rapporti sulla salute mentale di Kakashi, che sa essere piuttosto fragile dopo la perdita di Rin e Obito.
Una delle scene più toccanti con protagonista Minato è un breve dialogo con Gai in cui quest’ultimo dice all’Hokage di essere preoccupato per Kakashi, confessando di voler fare qualcosa per lui come amico ma di non avere idea di come avvicinarsi dal momento che questo sembra stare sprofondando sempre di più in un vortice di solitudine e depressione. Dopo questa sequenza Minato, resosi conto della gravità della situazione dopo aver fatto visita all’allievo in ospedale per l’ennesima volta, gli chiederà di entrare nella squadra ANBU sotto il suo diretto comando perché desidera che lui diventi il suo braccio destro.
Questa è, almeno in parte, una scusa: ciò che Minato desiderava davvero con questa decisione era tenere Kakashi il più vicino possibile a sé. In qualità di capo della squadra, il Quarto avrebbe potuto assegnare al ragazzo solo missioni di ricognizione lasciandolo lontano dal campo di battaglia e dando così il tempo alle ferite del suo cuore di guarire. Poco tempo dopo, scoperta la gravidanza di Kushina, l’uomo chiederà al fidato studente di sorvegliarla e proteggerla. Questo è il periodo più tranquillo della vita di Kakashi, ma purtroppo la prematura morte dei due lo getta nuovamente in un vortice di sconforto e solitudine. Sotto Hiruzen Sarutobi tornerà sul campo di battaglia dal quale Minato aveva cercato di tenerlo lontano.
I compagni di Kakashi
A spiccare particolarmente in queste puntate non sono solo Kakashi e Minato, ma tutti gli amici di Kakashi che anche durante Naruto gravitano attorno a lui. Il primo è naturalmente Gai Maito, migliore amico di Kakashi e acerrimo rivale. Sarà proprio Gai a salvarlo durante una missione quando Kakashi, in preda a un attacco di panico dopo aver utilizzato il Mille Falchi, sverrà in mezzo a un gruppo di nemici.
Vedremo spesso e volentieri anche Asuma e Kurenai e saranno proprio loro, assieme a Gai, a chiedere al Terzo Hokage di escludere Kakashi dagli ANBU. I Jonin si sono resi conto che la permanenza del Ninja Copia nel gruppo lo sta lentamente ma inesorabilmente distruggendo. Per riprendersi avrebbe bisogno di cambiare completamente vita e Hiruzen, ricordando il desiderio di Minato di proteggere Kakashi, decide di acconsentire alla richiesta del gruppo e lo nomina Maestro Jonin, sollevandolo definitivamente dagli incarichi come ANBU.
Gradite comparse
Oltre ai classici Jonin di Konoha questo arco narrativo ha diverse altre comparse piuttosto interessanti che molti di voi sicuramente apprezzeranno. Yamato ha un ruolo fondamentale per buona parte degli episodi, di lui vediamo la crescita, parte dell’infanzia e conosciamo più nel dettaglio i motivi che lo hanno spinto a diventare un Ninja di Konoha e successivamente ad entrare nell’ANBU, oltre naturalmente al primo incontro con il suo futuro capitano nella squadra.
Altra graditissima comparsa è Itachi Uchiha, anche lui compagno di squadra di Kakashi per un certo periodo. L’Uchiha è protagonista di numerose scene, alcune delle quali tratte direttamente dal manga, e possiamo vedere la reazione dell’Hatake allo sterminio del Clan ed ascoltare diverse sue riflessioni in merito.
Verso il futuro
Abbandonati definitivamente gli ANBU Kakashi inizia ad esaminare anno dopo anno i giovani Genin appena diplomati all’Accademia. Come sappiamo dal manga originale, però, il Jonin ha sempre bocciato tutti gli studenti che hanno affrontato il test dei campanelli con lui, eccezione fatta per il Team 7.
Gli ultimi due episodi ci mostrano alcuni degli esami che ha svolto nel corso del tempo, accompagnati da lunghi monologhi che impreziosiscono ulteriormente uno dei personaggi migliori del manga. Kakashi riflette sulla sua vita, sui suoi errori e su ciò che desidera per il suo futuro.
Per un certo motivo ha incolpato Minato per la morte di Rin e Obito, alla fine però ha capito che era solo un modo per scappare dalle sue responsabilità e dai suoi sbagli, dalla sua immaturità e dalla paura che aveva di fronteggiare ciò che era diventato. Proprio in virtù degli errori e delle sofferenze Kakashi è determinato a insegnare prima di tutto il lavoro di squadra ai suoi allievi, anche se ciò significasse non promuovere mai nessuno.
Ma la vita deve andare avanti e il più grande insegnamento che Kakashi riesce finalmente ad imparare al termine di questo fantastico arco narrativo è proprio questa. Negli ultimi minuti passato e presente si incontrano e tramite il ricordo della sua vecchia squadra il Jonin decide finalmente di credere ancora una volta nel futuro, di fare quel passo avanti che non era riuscito a compiere in tutti quegli anni e ad uscire dal pozzo di disperazione in cui si era legato tanto tempo prima: spinto dai compagni passati, presenti e futuri, il ninja che vive nell’oscurità decide di uscire e andare verso la luce.