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Jujutsu Kaisen: Hiromi Higuruma, l’Avvocato dal profondo senso di giustizia [SPOILER]

Nei suoi 5 anni di serializzazione Jujutsu Kaisen ha messo in scena una molteplicità di personaggi i quali rappresentano, secondo il parere di chi scrive, il vero punto di forza dell’opera. I protagonisti di Jujutsu Kaisen sono sfaccettati, approfonditi psicologicamente e mai banali.

Sebbene di primo acchito possano richiamare alla mente altri manga e altri autori, Yuji Itadori, Megumi Fushiguro e Satoru Gojo sono in qualche modo già iconici.

Tuttavia, oggi vogliamo concentrarci su un personaggio secondario, una vera e propria meteora che nonostante il ridotto screen-time è riuscito a brillare fino a rubarci il cuore: l’avvocato difensore Hiromi Higuruma.

jujutsu kaisen

L’uomo nella vasca da bagno

L’Avvocato difensore Hiromi Higuruma, mostrato inizialmente nel capitolo 158 del manga, è stato presentato ufficialmente nel successivo. Nell’aspetto e nell’atteggiamento Hiromi Higuruma ricorda vagamente certi personaggi di Urasawa: è un uomo snello e di statura media, con capelli corti e naso grande. Ha quasi sempre un’espressione stanca e annoiata e si presenta vestito con il completo scuro con tanto di spilla distintiva, che in Giappone è obbligo per gli avvocati indossare in tribunale.

Nel capitolo dedicato al suo passato, scopriamo che Hiromi è un uomo estremamente intelligente e, nonostante l’aria apparentemente distaccata, è dotato di un ardente spirito di giustizia al punto da aver dedicato la propria vita a difendere coloro che a suo parere vengono accusati ingiustamente. Nonostante i suoi sforzi, lo sguardo che gli assistiti gli lanciano quando vengono giudicati colpevoli fa inorridire Hiromi e lentamente lo ha portato alle soglie della pazzia.

Quando il sistema giudiziario ha ingiustamente ritenuto colpevole il suo ultimo cliente nonostante le prove in suo favore, Hiromi ha perso il senno. Ha quindi risvegliato la propria Tecnica maledetta e sottoposto Giudice e Pubblico ministero a un processo grazie all’Espansione del dominio combinato con l’evocazione di uno Shikigami chiamato Judgeman, che si è concluso con la morte dei due.

Nel corso del Gioco di Sterminio, la sua strada finisce con l’incrociarsi con quella di Yuji, determinato a convincerlo a utilizzare i propri punti per aggiungere al Gioco una regola che permetta alla sorella di Megumi, Tsumiki, di uscirne. La prima volta che i due si incontrano, Hiromi sta facendo il bagno vestito: non esattamente un indizio di serenità mentale.

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Judgeman

Dal punto di vista della crescita emotiva, il Gioco di Sterminio rappresenta una prova fondamentale per i protagonisti del manga. Il cosiddetto “Culling Game” orchestrato da Kenjaku ha fatto sì che nell’animo di Yuji il desiderio di salvare il maestro Satoru Gojo confliggesse moralmente con il proprio divorante senso di colpa.

L’incontro fra lui e Hiromi è infatti dettato dal desiderio di acquisire punti del Gioco senza essere costretto a uccidere qualcuno. Tuttavia, grazie alla propria Tecnica maledetta Hiromi metterà Yuji di fronte ai delitti commessi per colpa della possessione di Sukuna; il loro combattimento risulta quindi memorabile in quanto non si limita a un mero utilizzo di forza spirituale ma consiste in un vero e proprio scontro tra volontà. Dopo aver passato la vita a difendere gli innocenti, l’Avvocato ha deciso di utilizzare il proprio potere per punire i criminali. Questa nuova disposizione d’animo durerà fino a che Yuji ammetterà un delitto di cui non è colpevole di fatto, ma solo moralmente, per colpa della propria debolezza.

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A questo punto Hiromi tornerà in sé, ricordando finalmente gli ideali a cui un tempo aveva consacrato vita e professione. Come Yuji deve accettare ciò che il suo corpo ha commesso per debolezza, Hiromi dovrà venire a patti con la consapevolezza di aver ucciso delle persone volontariamente.

La redenzione è possibile, dunque sia Yuji che Hiromi possono essere salvati. Il che vuol dire che, in fondo, tutti noi possiamo esserlo.

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Manuel Crispo

Manuel Crispo

Medico, vive e lavora a Siena. Scrive un po' di tutto. "La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo e soprattutto è conoscenza e domande".

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