Breaking Bad è una delle serie più apprezzate dal pubblico e grazie a Netflix nel corso degli ultimi anni ha acquisito sempre più valore, rimanendo spesso e volentieri in tendenza sulla nota piattaforma streaming. Ora, così come leggiamo dalla fonte “The Wrap” apprendiamo il come la scorsa settimana durante la SAG-AFTRA a New York, Bryan Cranston, Aaron Paul e altri attori del cast erano presenti alla manifestazione riguardante lo sciopero degli attori, dove l’interprete di Jesse Pinkman ha parlato del comportamento di Netflix verso la loro figura professionale.
“Se devo essere onesto io non ricevo un soldo da Netflix e il mio guadagno è nullo. Io la trovo assurda questa situazione, considerando anche il come uno show come Breaking Bad abbia sempre linfa vitale che si tramuta i nuovi guadagni per loro. Proprio l’altro giorno la serie era nuovamente in tendenza e grazie a questa nuova ondata Netflix riceverà sempre nuovi guadagni.
Gli show sulla piattaforma streaming non muoiono quasi mai e pagare quanto spetta chi vi ha partecipato ad ogni “ondata”, è un gesto nobile, e semplicemente parliamo di buon senso e rispetto verso l’attore, nulla di più. Penso che in questo modo Netflix, così come le altre piattaforme streaming l’abbiano fatta franca per molto tempo se consideriamo questo aspetto ed è arrivato il momento di pagare. Questa è solamente una delle cose per cui ci stiamo battendo”.
Breaking Bad, Aaron Paul sulla serie: “non ricevo un soldo da Netflix”
La SAG-AFTRA è in sciopero dal 13 luglio, unendosi alla WGA nel primo doppio sciopero di Hollywood dal 1960. Lo sciopero è iniziato quando la corporazione non è riuscita a trovare un accordo con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers su un nuovo contratto.
L’interruzione delle trattative è stata dovuta in gran parte al rifiuto dell’AMPTP di cedere su diverse questioni – essenzialmente le stesse su cui ha scioperato la WGA – tra cui i diritti residuali nello streaming descritti ampiamente da Paul, i compensi e le preoccupazioni sull’uso dell’ “AI”.
La corporazione guarda ora ai negoziati con le principali aziende di videogiochi, da cui chiede anche tutele per l’IA, e ad aumenti salariali simili a quelli richiesti per gli attori con contratti cinematografici e televisivi. Venerdì la SAG-AFTRA ha chiesto formalmente agli iscritti di votare un’autorizzazione allo sciopero in vista delle trattative con le aziende di videogiochi, che inizieranno il 26 settembre.
