I nuovo Governo Meloni ha fatto passare negli scorsi mesi una legge che inasprisce ancora di più i controlli sui siti pirati che trasmettono partite, film e trasmissioni televisive in maniera illecita. Ancora non riesce a trovare un punto d’incontro per i salario minimo tanto voluto dai partiti dell’opposizione. Adesso il Governo si sta per imbarcare in una nuova battaglia, quella contro i siti pornografici.
Il Governo vorrebbe infatti bloccare l’accesso a essi da parte degli utenti minorenni. Il provvedimento è stato presentato alla camera dalla Ministra della Famiglia Eugenia Rocella, la quale ha dichiarato che bloccare questo tipo di siti per i minorenni “non è censurare, ma tutelare“. Il provvedimento si legherebbe al recente duplice stupro di Caivano e alla richiesta di Don Patriciello di oscurare i porno per i più giovani.
Un paio di settimane fa la ministra aveva inoltre ricevuto un messaggio del porno attore Rocco Siffredi, che da una vita chiedeva di intervenire per limitare l’accesso dei ragazzi ai contenuti pornografici. Secondo quanto riportato da Repubblica, in Italia un minore su 2 guarda normalmente di pornografia. Rispetto al passato si è inoltre diminuita l’età media di quando un minore inizia a guardare questi contenuti, visto che ormai i ragazzini ricevono il loro primo smartphone nella fascia d’età che va dagli 8 agli 11 anni.
Come funzionerebbe il provvedimento del governo
L’intenzione è quella di superare l’autocertificazione per cui bisogna dimostrare di essere diciottenni quando si entra in uno di questi siti. La ministra ha dichiarato che al governo devono rendere i siti responsabili della certificazione dell’età senza affidargli i dati degli utenti, e che si serviranno di siti di terze parti per controllarla.
Guido Scorza, un membro de Garante per i Dati personali, ha spiegato a Repubblica che i siti pornografici dovranno affidarsi a delle app di terze parti che tramite questionari, intelligenze artificiali e documenti riescono a capire se chi vuole vedere il sito sia maggiorenne o meno. In giro ci sono tool che permettono questo tipo di operazione, come il famoso Yoti.
In ogni caso o stop proposto dalla ministra Rocella sarebbe solo parziale, perché non verrebbe applicato ai social e alle chat personali, dove comunque girano questo tipo di contenuti. Si rischia dunque che i minorenni si sposti dai siti porno a questi lidi per continuare a usufruire di contenuti osé.
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Fonte: Open.