Ormai parlare di Elon Musk è diventata un abitudine. L’imprenditore miliardario a capo di Tesla, Space X e X/Twitter non riesce a non far parlare di sé neanche per un giorno a causa delle sue idee controverse e dei suoi comportamenti talvolta non proprio giustissimi. Di recente è stato al centro dei riflettori per la sua sfida di lotta contro Mark Zuckerberg, che dovrebbe avere luogo in una speciale location italiana epica che non è il Colosseo.
Musk ha ottenuto il permesso dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni e dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ma non ha inviato una sfida formale al CEO rivale, il quale infatti dichiarato che Musk non ha seriamente intenzione di sfidarlo, e che è tempo di andare avanti. Non c’è ancora stata una risposta alle parole di Zuckerberg, ma Musk in questi giorni ha sfidato altre compagnie su X/Twitter.
Elon Musk vs altre compagnie su X/Twitter
Il social di proprietà dell’imprenditore ha iniziato a rallentare i link che rimandano alle piattaforme delle aziende rivali di Musk. Secondo l’informazione diffusa da un’indagine del The Washington Post, se su X/Twtter si clicca un link per siti come Facebook, Instagram, Threads, Reuters, New York Times, Bluesky e Substack, ci si imbatterebbe in un caricamento delle pagine della durata di 5 secondi.
Se si cliccano invece link per altri siti come YouTube, Mastodon, Fox News e lo stesso Washington Post, il caricamento durerebbero soltanto un secondo. Questo fa pensare che si tratti di una mossa intenzionale da parte dell’imprenditore, una sorta di punizione tramite il dominio t.co (usato per abbreviare i link sul social) per i suoi rivali e per coloro che l’hanno criticato.
Questo rallentamento è stato introdotto lo scorso 4 agosto, giorno in cui Musk ha consigliato ai suoi follower di disdire l’abbonamento al New York Times per un articolo sulla politica sudafricana, il cui sito è curiosamente uno di quelli colpiti da questa mossa del social. La mossa di Musk ha avuto effetto, e il sito del quotidiano ha registrato una diminuzione del traffico.
Interrogato sulla questione, un rappresentante del Times ha dichiarato di aver notato il rallentamento dei link del loro sito e di non aver ricevuto alcuna spiegazione. Ha poi aggiunto che in redazione non conoscono la logica dietro questa mossa, ma sarebbero preoccupati se i rallentamenti fossero stati messi in atto per fare pressioni sulle testate giornalistiche per motivi non molto chiari.
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Fonte: Quotidiano Nazionale.