One Piece con l’episodio 1071 ha donato a tutto il mondo la nuova trasformazione di Luffy, il Gear 5, insieme alla rivelazione più grande di sempre riguardante il Frutto del Diavolo del protagonista della storia. Dopo i lettori del manga quindi, anche gli appassionati della trasposizione animata sono diventati parte di questo grande segreto inerente al mondo di One Piece. Come sempre questa nuova trasformazione è stata paragonata a quella del Super Saiyan, anche se sappiamo benissimo che sono due cose completamente diverse.
Partendo dalla natura del Gear 5 è facile intuire di come tale potere sia parte di un qualcosa di più grande del suo possessore, che scinde dall’allenamento classico del battle shonen per superare alcuni limiti: quindi rispetto al SSJ abbiamo un concetto dietro tale forma completamente diverso. Luffy assume il potere di Joy Boy per via dell’assimilazione corporea con esso, mentre Goku risveglia il suo potenziale nascosto, facente parte fin dal principio della sua natura. In questo caso l’arduo allenamento e la dedizione mentale ha compiuto una parte importante nella realizzazione della leggendaria trasformazione.
Discutendo della potenza invece, qui parliamo di un forte divario tra i due visto il potere potenzialmente illimitato del frutto “Homo Homo No Mi Modello Nika”. One Piece introduce quindi anche un concetto diverso di “Power-Up” dove il protagonista assume e riceve un livello di potenza assurdo solamente con un “Risveglio” capace di tenere testa, se non sconfiggere anche la forma Ultra Istinto di Goku. Potendo sfruttare e trasformare come meglio crede il mondo intorno a lui, forse anche Goku non avrebbe scampo in questo caso, anche se al momento meglio lasciare questa discussione fuori dall’articolo in questione.
One Piece: la potenziale ispirazione di Oda al Super Saiyan di Toriyama
Nonostante le due strade sembrano essere completamente separate, qualche potenziale ispirazione di Oda verso il Super Saiyan è presente, anche se il tutto potrebbe essere vagamente curioso. Nel numero di Weekly Shonen Jump del 21/22/1991 in Giappone si svolgeva la battaglia tra Freezer e Goku, ancora oggi uno degli scontri più leggendari all’interno dei battle shonen. Nella copertina della rivista era presente il protagonista di Dragon Ball in tutto il suo splendore, con i colori ufficiali conosciuti ancora oggi dagli appassionati: sì, Goku aveva i capelli biondi sulla cover, ma all’interno delle pagine del manga avevamo una palette oggettivamente diversa (anche se i colori erano sempre quelli ufficiali all’interno ndr), visto che la stampa non poteva permettersi quella brillantezza di colori visti sulla prima pagina per ogni singola vignetta, anche se sostanzialmente ci provava.
Con la copertina del numero appena citato abbiamo la conferma della colorazione ufficiale del personaggio, ma come accennato all’interno del capitolo vero e proprio i pantoni erano diversi da quanto visto sulla cover (sostanzialmente Shueisha cercava al tempo di avvicinarsi il più possibile alla colorazione ufficiale con la stampa interna ndr) e proprio lì possiamo accostare il Gear 5 alla prima forma SSJ del protagonista di Dragon Ball.
Chiaro, tutto One Piece si ispira di base all’opera di Toriyama ma in questo caso Eiichiro sensei si è allontanato dal lavoro del maestro, cercando e trovando ispirazione verso i “cartoon” classici come i Looney Tunes e Tom & Jerry. Aprendo il numero del ’91 possiamo notare Goku con gli occhi rosa e i capelli bianchi, proprio uguale alla colorazione ufficiale della nuova forma di Cappello di Paglia: se non è ufficiale, potenzialmente l’unica somiglianza tra le due trasformazioni potrebbe essere questa.
Tale stampa (visionabile in calce ndr) non permetteva la qualità presente oggi e magari anche per questioni economiche si andava sullo stile “minimal”, visto che colorare ogni capitolo per poi stamparne a milioni per tutto il Giappone non era proprio una mossa di marketing assurda, quindi anche Shueisha correva ai ripari in questo caso. Oda avrà fatto tesoro dei tempi passati, citando la colorazione singolare ed elegante vista nelle pagine di quel numero, creando nel complesso a livello cromatico la nuova forma del suo personaggio accostabile con questi dettagli tranquillamente a Goku.
Sappiamo l’amore di Oda verso Dragon Ball e quindi non è difficile pensare che il maestro si sia ispirato proprio al sensei Toriyama, ricalcando e richiamando questi colori caratteristici di questi capitoli del noto battle shonen, dove all’interno era da poco comparsa la forma che avrebbe cambiato il modo di concepire la narrazione dell’arte sequenziale nipponica, creando una leggenda di cui ancora oggi discutiamo. Non è una sicurezza tale ispirazione, ma facendoci due conti è di certo una cosa plausibile rammentandovi allo stesso tempo di come le due trasformazioni siano completamente diverse tra loro e non paragonabili neanche lontanamente se non per questo particolare.