L’Attacco dei Giganti è senza ombra di dubbio una delle opere d’intrattenimento più famose e rinomate al mondo, in grado di infrangere le barriere del mainstream e consolidarsi universalmente nell’immaginario collettivo come un prodotto eccelso, in qualunque forma si decida di approcciarvisi.
Il manga, partorito dalla mente e dalla penna del geniale Hajime Isayama, è stato pubblicato tra il Settembre del 2009 e l’Aprile del 2021 tra le pagine di Bessatsu Shonen Magazine di casa Kodansha. Con la sua conclusione, il cartaceo de L’Attacco dei Giganti ha lasciato un grande vuoto all’interno della community di lettori di fumetti nipponici dato che gli avvenimenti e i personaggi al suo interno hanno accompagnato le vite di molti di loro per oltre un decennio e, in secondo luogo, rivoluzionato in parte l’intero mercato fumettistico giapponese.
L’impatto più grande offerto dal franchise de L’Attacco dei Giganti è, tuttavia, da attribuire all’omonimo adattamento animato, il quale è incontrovertibilmente l’opera generazionale dell’ultimo decennio ed il più grande motivo del successo planetario dell’opera di Hajime Isayama.
L’anime de L’Attacco dei Giganti, a differenza della controparte cartacea, è ancora in corso ed è in procinto di concludersi a breve; considerando l’impatto che esso ha avuto sulla cultura generale, è facilmente prevedibile come la sua conclusione avrà ripercussioni ancor più evidenti rispetto a quella del manga.
Studio MAPPA ed il rapporto complicato con L’Attacco dei Giganti
Come detto poc’anzi, la conclusione dell’anime de L’Attacco dei Giganti (prevista per la stagione autunnale, quindi tra Ottobre e Gennaio, senza ancora una data certa) scuoterà non poco l’animo della community.
Ciò che potrebbe subire la scossa maggiore, tuttavia, è l’industria dell’animazione stessa e non per il lascito di quest’incredibile opera, ma per le importanti conseguenze della sua conclusione all’atto pratico.
Come ben sappiamo, L’Attacco dei Giganti ha cambiato casa in seguito alla messa in onda della seconda parte della terza stagione, passando da Wit Studio a Studio MAPPA. Questo passaggio di testimone è tutt’ora, a 3 anni abbondanti di distanza, ancora una questione molto discussa e divisiva, con la community divisa a metà tra chi preferiva la messa in scena del team di Tetsuro Araki nelle prime 3 stagioni e chi, invece, gradisce maggiormente il nuovo approccio dello staff capitanato da Yuichiro Hayashi.
Qualunque sia la vostra posizione in merito, una cosa è innegabile: L’Attacco dei Giganti sotto la cura di Studio MAPPA ha sempre sofferto di schedule terribili e tempistiche di sviluppo strettissime. I risultati messi a schermo sono spesso il frutto di lunghissimi periodi di crunch e della genuina passione dei membri del team, i quali hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo pur di offrire al pubblico il miglior spettacolo possibile nonostante le varie problematiche che circondavano il progetto sin dal suo passaggio di testimone.
Qualora non foste particolarmente interessati ai “dietro le quinte” di una produzione animata nipponica, né tantomeno l’apparato tecnico di esse fosse uno dei motivi principali dietro alla scelta di fruire o meno di un prodotto, quest’analisi potrebbe risultare inconcludente. Ciononostante, è importante per fare un quadro generale di ciò che ci aspetterà, in quanto spettatori, nei prossimi anni.
Per quale motivo è stato menzionato che la conclusione de L’Attacco dei Giganti potrebbe essere l’ancora di salvezza per Studio MAPPA? Per dare una spiegazione più concisa risulta necessario fare un passo indietro e fare un’analisi dell’evoluzione (o rivoluzione) del suddetto studio d’animazione negli ultimi 4/5 anni.
L’origine di Studio MAPPA e la sua evoluzione
Lo studio fu fondato nel 2011 dal leggendario animation producer Masao Muruyama, già fondatore e produttore del leggendario studio Madhouse e, come molti studi neonati, i primi progetti della compagnia furono centellinati e molto separati l’uno dall’altro dato che il “potere di fuoco” a livello economico era molto risicato (Kids on the Slope – Primavera 2012, Hajime no Ippo – Autunno 2013, Terror in Resonance – Estate 2014, Ushio e Tora – Estate 2015 e via discorrendo).
L’aria in casa MAPPA iniziò a cambiare nel 2016 con le dimissioni dello stesso Muruyama dal ruolo di CEO della compagnia per sedere alla presidenza della stessa, con Manabu Otsuka a sostituirlo come CEO.
Otsuka, per una questione di background personale e d’età, aveva (e ha ancora) un punto di vista totalmente diverso da quello di Muruyama sulla direzione che MAPPA avrebbe dovuto prendere.
Per il nuovo CEO, il quale ha una mentalità molto più imprenditoriale e votata al business ma (potenzialmente) meno appassionata rispetto al suo predecessore, la strada da imboccare era quella dell’aumento di profitto e di capitale, ottenibile solamente tramite la produzione di più progetti e in un lasso di tempo minore rispetto a prima.
Difatti, dalla sua scalata nel 2016, la produttività di studio MAPPA è cambiata considerevolmente. Si passa da 1/2 progetti all’anno, ad almeno 4 titoli sempre nell’arco dei 12 mesi, cercando a conti fatti di coprire ogni stagione del palinsesto.
L’onnipresenza di MAPPA all’interno degli elenchi stagionali ha indubbiamente aiutato l’azienda a farsi un nome di rilievo all’interno della community, ma è esattamente da qui che sono nati molti dei problemi che persistono tuttora.
L’idea di Otsuka non si limitava a quanto sopracitato. Egli voleva che studio MAPPA venisse considerato il più grande e influente studio d’animazione giapponese odierno e per indirizzarsi verso quella rotta era fondamentale accaparrarsi quanti più titoli di alto profilo possibile.
Ci è voluto un po’ perché la visione del CEO prendesse forma, ma dal 2020 in poi si può dire che egli abbia raggiunto il proprio risultato prefissato; L’Attacco dei Giganti, Jujutsu Kaisen, Chainsaw Man, Vinland Saga, Hell’s Paradise e molti altri sono ora IP di MAPPA, rendendo fattualmente lo studio uno dei più influenti nel panorama moderno.
Ma, c’è un ma. Più un titolo è atteso e considerato di alto profilo e più cura sarà necessaria nel produrlo. Produrre oltre 4 anime all’anno pretendendo di offrire la stessa minuziosità per tutti è fisicamente impossibile e, di conseguenza, risulta necessario trovare tra di essi una “vittima sacrificale” (Hell’s Paradise in questo caso) da lasciare alla propria mercè pur di garantire il successo delle altre opere di punta.
Le problematiche legate alle schedule e alle pipeline
C’è un altro ma, che a conti fatti risulta ancor più complicato da risolvere in tempi brevi quanto le schedule risicatissime che lo studio si autoimpone. All’interno di Studio Mappa ai tempi vi sono solo 2 pipeline/staff/team di rilievo: il team di Yuichiro Hayashi (regista) e quello di Sung-hoo Park prima (regista) e Keisuke Seshimo poi (animation producer). Ve n’è anche un 3′, quello di Takahiro Ogawa (Dance Dance Danseur, Campfire Cooking, Zombieland Saga ecc.), che sicuramente ha aiutato a sollevare i due team principali da parecchie grane, ma resta molto marginale ai fine del discorso attuale.
Come detto pocanzi, nel 2020 L’Attacco dei Giganti passò da Wit a MAPPA e, con lo staff di Park/Seshimo già occupato con la produzione di The God of HighSchool (e la pre-produzione di Jujutsu Kaisen), l’unico team che lo studio aveva a disposizione per occuparsi della nuova acquisizione era quello di Hayashi, il quale aveva da poco concluso il suo operato con Dorohedoro.
Da un lato quindi abbiamo il team di Park/Seshimo obbligato a lavorare su due fronti molto complessi contemporaneamente (Park non iniziò a lavorare a Jujutsu Kaisen prima del settimo episodio perché la messa in onda di The God of Highschool era ancora in corso) e dall’altro abbiamo il team di Hayashi, il quale si è ritrovato a dover lavorare a 16 episodi L’Attacco dei Giganti da partorite una manciata di mesi appena concluso il proprio impegno con Dorohedoro.
Nonostante la situazione fosse già critica attorno alla seconda metà del 2020/prima metà del 2021, buona parte dei membri di entrambi i team si sono ritrovati costretti a fornire ulteriormente il proprio apporto a “progetti secondari” quali Listeners, Kakegurui e Zombieland Saga. Di conseguenza anche i “progetti primari”, che già partivano con presupposti al limite del disumano, hanno richiesto i salti mortali pur di portare a termine il lavoro entro le scadenze prefissate.
Lo staff di Park/Seshimo e si è ritrovato a dover produrre 24 episodi di Jujutsu Kaisen, subito dopo di essi iniziare la produzione di Jujutsu Kaisen 0, immediatamente dopo la conclusione di quest’ultimo mettersi a lavoro (nonostante l’addio di Park) per il debutto dei 12 episodi Chainsaw Man e, infine, durante la messa in onda di quest’ultimo iniziare ad operarsi per la 2’stagione di Jujutsu Kaisen; un circolo vizioso che dura da oltre 2 anni all’interno del quale lo staff è arrivato sempre con l’acqua alla gola alla fine della produzione.
In tutto ciò a pagarne le conseguenze è stato Hell’s Paradise il quale si è ritrovato in un limbo dove nessuno dei due team principali poteva lavorarci ed è stato abbandonato alla sua mercè, con la maggior parte delle puntate subappaltate a studi cinesi di medio-bassa caratura, mostrando evidenti lacune tecniche [soprattutto a livello di 動画 douga (In-between) e di 二原 nigen (Second Key Animation)] che da un IP del calibro di Jigokuraku nessuno avrebbe voluto vedere.
Questa continua imposizione di schedule insostenibili è anche a monte e causa principale di tutte le frammentazioni che la “final season” de L’Attacco dei Giganti ha dovuto subire, dilatando e segmentando la messa in onda delle varie parti pur di inseguire l’obiettivo di una nuova uscita ogni anno.
La fortuna della pipeline capitanata da Hayashi è il fatto di aver potuto concentrarsi quasi interamente (tralasciando la piccola parentesi di 6 episodi per Kakegurui twin) su L’Attacco dei Giganti, con risultati evidentemente sempre migliori con ogni nuova uscita del franchise.
Uno spiraglio di luce
La luce in fondo al tunnel per Studio MAPPA, le sue produzioni ed il suo futuro nel medio/lungo termine potrebbe quindi essere proprio la conclusione de L’Attacco dei Giganti: un progetto che da 3 anni ininterrotti tiene occupato il suo team più corposo ed il suo regista di maggior talento. L’opera di Hajime Isayama sicuramente è stata una delle fautrici del successo economico e di branding di MAPPA nell’ultimo lustro, ma il suo epilogo potrebbe essere una fortuna in egual misura.
L’altra pipeline di studio MAPPA, ovvero il sopracitato team di Seshimo, sarà bloccata nel circolo vizioso menzionato pocanzi per tanti tanti anni ancora. Lo staff, difatti, una volta vicini alla conclusione della seconda stagione di Jujutsu Kaisen dovrà iniziare a lavorare alla seconda di Chainsaw Man. Una volta prossimi all’epilogo di quest’ultimo dovranno approcciarsi alla terza di Jujutsu Kaisen e via discorrendo; il tutto sempre che non gli venga affidato un ulteriore nuovo progetto di caratura, giusto per complicare ancora di più le cose.
Al contrario, con lo staff di Hayashi finalmente libero dalle catene de L’Attacco dei Giganti, la pipeline del regista potrà tornare a lavorare su progetti meno “industrializzati” (con le problematiche di schedule che ne conseguono) e più di “passione” come un potenziale sequel di Dorohedoro, uno di Zombieland Saga oppure una nuova IP, come il tanto vociferato approdo in casa MAPPA della terza stagione di One Punch Man la quale, idealmente e strutturalmente, sarebbe pane per i denti del team di Seshimo, ma che potrebbe reinventarsi completamente se alla guida della sua produzione vi fosse un individuo dalla visione artistica e registica del calibro di Hayashi.