Nella notte italiana è uscito il trailer completo del live-action di One Piece, che arriverà su Netflix in 8 episodi il prossimo 31 agosto. Il trailer è arrivato in un periodo molto delicato per le major di Hollywood: l’industria cinematografica è protagonista di uno storico doppio sciopero. Da inizio maggio la Writers Guild of America (WGA) ha incrociato le braccia, dopo che gli sceneggiatori non sono stati ascoltati dagli studios (uniti nell’Alliance of Motion Picture and Television Producers, l’AMPTP).
Insieme allo sciopero della WGA, il 13 luglio anche gli attori sono entrati in agitazione, con la Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists (abbreviata SAG-AFTRA). Si tratta della prima volta in 60 anni che stiamo assistendo a uno sciopero contemporaneo degli sceneggiatori e degli attori. Entrambi i sindacati hanno ragioni simili per l’agitazione: il dito è puntato contro le intelligenze artificiali (AI) e le basse paghe del settore.
Un’iniziativa di questo tipo ha una sola conseguenza: l’industria hollywoodiana completamente ferma. Se già lo sciopero della WGA aveva fermato diverse produzioni, l’agitazione della SAG-AFTRA ha sospeso le riprese di tutte le serie TV e film in lavorazione (dal Gladiatore 2 a Deadpool 3). Lo sciopero degli attori coinvolge anche la serie live-action di One Piece: in prima linea all’interno del cast troviamo Emily Rudd (Nami), che condivide in pieno l’agitazione della SAG-AFTRA. E il resto del cast sembra solidale con lei.
Lo sciopero SAG-AFTRA e il live-action di One Piece
A sciopero iniziato vi avevamo accennato delle possibile conseguenze per il live-action dell’opera di Oda. Visto che è stata già completata la sua produzione, l’agitazione SAG-AFTRA non avrà troppa influenza sul live-action. Solo un elemento dello sciopero avrebbe riguardato della serie: ipotizzavamo infatti che il cast o i membri appartenenti al sindacato non avrebbero più publicizzato la serie sui social o nelle convention. Si tratta infatti di una delle clausole per lo sciopero: l’impossibilità per gli attori di parlare o sponsorizzare le produzioni cui hanno partecipato.
E in effetti questa previsione si sta avverando. Del cast principale solo Emily Rudd fa parte del sindacato SAG-AFTRA, come risulta dalla pagina iMDB Pro dell’attrice; mentre gli altri attori tra i Mugiwara non sembrano farne parte. L’attrice che interpreta Nami da inizio sciopero condivide nelle sue Storie su Instagram i messaggi della SAG-AFTRA e mostra la solidarietà per gli altri 160 mila attori che ne fanno parte.
Contemporaneamente, l’attrice non ha più parlato sui social della serie live-action. Ma non è sola: né Inaki Godoy, né Mackenyu, né Taz Skylar hanno condiviso il trailer e le nuove immagini uscite stanotte. Molto probabilmente il cast sta solidarizzando con Rudd e gli altri attori di Hollywood. La situazione per tantissimi membri della SAG-AFTRA è veramente difficile: l’87% degli attori appartenenti al sindacato guadagna meno di 26 mila dollari all’anno, non qualificandosi così per ottenere un’assicurazione sanitaria.
Ormai WGA e SAG-AFTRA sono in conflitto aperto con le major, unite nell’AMPTP. Gli studios non sembrano sentire ragioni e, anzi, sembrano mancare totalmente di rispetto degli attori e degli sceneggiatori. Un dirigente ha addirittura previsto di portare allo sfinimento e alla “povertà” i membri della WGA, procrastinando lo sciopero per diversi mesi: si parla di autunno inoltrato.