I biocarburanti si propongono come futuro delle auto termiche grazie a una recente mossa dell’Unione Europea, donando una fioca luce di speranza per costruttori e appassionati che preferiscono il termico all’elettrico, sempre a patto di inquinare meno. Difatti, con l’obiettivo di tagliare le emissioni di carbonio, l’UE ha avviato un importante cambio di direzione verso l’uso dei biocarburanti, offrendo una nuova possibilità alle auto a benzina e diesel. Questa decisione arriva nel bel mezzo di un dibattito in corso sulla normativa Euro 7 e l’annuncio dello stop alle auto a benzina e diesel dal 2035.
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Europa: una svolta green nei combustibili
La proposta dell’eurodeputato Massimiliano Salini, votata dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (LTRE) del Parlamento europeo, sta aprendo nuove possibilità per le auto benzina e diesel dopo il 2035. L’Unione Europea fa un passo importante verso i biocarburanti, potenzialmente aggiungendoli all’elenco dei combustibili “carbon-neutral” che finora ha incluso (anche se non ufficialmente) solo gli e-fuel, che non sono la stessa cosa.
I motori endotermici non sono ancora fuori gioco
Secondo Salini, questo può rappresentare una salvezza per i motori a scoppio. “Abbiamo finalmente creato un precedente normativo molto importante ed estremamente utile”, ha dichiarato, riferendosi alla prima definizione europea di “carburanti CO2 neutri” che include anche i biofuel.
Abbiamo finalmente creato un precedente normativo molto importante ed estremamente utile che può salvare il motore a scoppio. Insieme al dossier Euro 7 liberato da target irrealistici, abbiamo infatti ottenuto l’approvazione della prima definizione europea di ‘carburanti CO2 neutri’, che include anche i biofuel chiesti dall’Italia accanto agli e-fuel della Germania.
Massimiliano Salini, Eurodeputato
La controversa normativa Euro 7
Il riferimento ai biocarburanti è stato inserito nel testo per la definizione della futura normativa antinquinamento “Euro 7“. Questa normativa rappresenta una questione chiave per il futuro dell’industria automobilistica europea, in quanto definirà gli standard sulle emissioni per le auto di nuova produzione dettando cosa e come potrà venire prodotto e immesso sul mercato del vecchio continente. Le case automobilistiche avvertono che la nuova normativa potrebbe rendere la produzione di alcuni veicoli, in particolare le citycar, economicamente non conveniente. La preoccupazione dunque di vedere sempre più le nostre strada popolate esclusivamente da SUV e Crossover si consolida sempre di più.
Fine della vendita di auto a benzina e diesel dal 2035
Parallelamente, un altro punto importante riguarda lo stop ai motori endotermici previsto per il 2035, Tuttavia, si prevede che le auto alimentate da “carburanti CO2 neutri” saranno esentate da questa restrizione, in un contesto dove l’italia ha già detto “no” via un comunicato del Ministero dell’Ambiente a questa normativa giudicandola come irragionevole e dannosa per il settore automotive nostrano.
Che cosa sono i carburanti CO2 neutri
Il fulcro della situazione quindi è una nuova definizione che aggiunge i biocarburanti nella lista dei buoni, difatti si intende con “carburanti CO2 neutri“, come definiti dalla Direttiva 2018/2001, “combustibili rinnovabili e/o sintetici”, tra cui quindi biocarburanti, biogas, combustibili derivati da biomassa, carburanti rinnovabile liquido e gassoso per il trasporto di origine non biologica (RFNBO) oppure un carburanti a base di carbonio riciclato (RCF). Un minestrone di propellenti che si propongono come buoni per l’industria e per l’ambiente, dichiarando – almeno sulla carta – emissioni “pari a zero” in quanto l’anidride carbonica utilizzata è di origine biogenica.
Questa mossa dell’UE rappresenta un cambio di paradigma significativo per l’industria automobilistica. Sebbene la fine della vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 possa sembrare drastica, l’apertura verso i biocarburanti offre nuove possibilità a supporto di un industria che spinge l’acceleratore in direzione di una maggiore sostenibilità preferendo in questo momento la mobilità elettrica, per la quale nel nostro paese ci stiamo ancora attrezzando. Fa sperare il recente dibattito sempre in commissione europea sulla colonnine elettriche ogni 60km che potrebbero sensibilmente migliorare la situazione sul territorio nazionale.
La strada per un futuro a zero emissioni è ancora lunga e piena di sfide. Come sempre, l’innovazione e l’adattabilità saranno le chiavi del successo, non senza l’aiuto di qualche eco-incentivo.