Una lacrima di gioia, un lamento disperato: l’atto del piangere è uno dei modi più intensi per esprimere un’emozione, che sia di estrema felicità oppure profonda tristezza. Vi sarà sicuramente capitato, oltre che per gli eventi della vita reale, di dar sfogo alle vostre lacrime per un film, una serie TV oppure un libro.
Gli anime non fanno eccezione: data la loro natura estremamente eterogenea, essi sono in grado di raccontare qualsiasi tipo di storia, dalle dolci storie d’amore a frenetici combattimenti, dai viaggi per mondi fantastici alla celebrazione delle eroine degli anime. E non possiamo non citare dunque le storie drammatiche, quelle storie per cui si versano fiumi di lacrime per gli eventi raccontati.
Abbiamo deciso di selezionare 5 tra gli anime che più sono stati in grado di far piangere gli spettatori, che sia stato di gioia oppure di tristezza.
Parlando di ogni opera, parleremo anche del momento che ha fatto più piangere, quindi attenzione agli spoiler!
Your Lie in April
Non si può non citare in una lista di anime strappalacrime la storia di Your Lie in April, l’opera nata dalla penna di Naoshi Arakawa e adattata da A-1 Pictures nella stagione autunnale del 2014, elogiato quasi unanimemente per la storia intensa e per la colonna sonora meravigliosa.
L’intreccio narrativo si sviluppa intorno ai due protagonisti, Kosei Arima e Kaori Miyazono, il primo un prodigio del pianoforte che sta affrontando un periodo scuro, senza colori, l’altra una sagace e vivace violinista che riuscirà finalmente a dare colore alla vita di Kosei. Purtroppo, il fato è infausto per la ragazza: Kaori ha una grave (e non specificata) malattia, che verso la fine della serie porterà via la giovanissima ragazza.
È verso la fine dell’anime che le lacrime cominciano ad affiorare dagli occhi degli spettatori: Kosei sta affrontando una competizione di pianoforte, mentre la ragazza si sta sottoponendo a una difficile operazione. Purtroppo, la ragazza spira sotto i ferri, ma il suo spirito idealmente accompagna l’esibizione di Kosei, che capisce quindi che la ragazza di cui era innamorato è venuta a mancare.
Senza dubbio uno dei momenti più toccanti della storia dell’animazione giapponese, anche per una lettera ricevuta postuma da Kosei, dove Kaori racconta al devastato ragazzo che anche lei era innamorata di lui.
Ano Hana
Un altro anime dolcissimo che merita tutte le lacrime versate è sicuramente Ano Hana, opera originale del 2011 e sempre realizzata da A-1 Pictures e che può vantare, assieme ad altri anime presenti in questa lista, un ottimo doppiaggio italiano.
Ano Hana è un’opera candida e pura, con la dolce Menma a far da collante a un gruppo di amici che, per via di vecchi dissapori nati in seguito alla morte della bambina, si riunirà un’ultima volta per dare un degno saluto alla loro amica.
La scena finale dell’anime è parecchio intensa per emozioni: Menma, dopo aver riappacificato tutti quanti ed essere riuscita a far esternare le emozioni di Jintan (l’altro protagonista della serie), scrive una lettera di addio personalizzata ad ognuno dei suoi amici che, per salutarla come si deve, urlano per l’ultima volta “Tana per Menma!”. La ragazza, in lacrime (come tutti gli spettatori), dice di essere stata finalmente trovata, e può passare all’altro mondo con serenità.
Tokyo Magnitude 8.0
Tokyo Magnitude 8.0 è un anime di cui si sente parlare sempre troppo poco, ed è un enorme peccato dato che è un piccolo gioiellino, da vedersi tutto d’un fiato (dura solamente 11 episodi) e con il cuore in gola.
Uscito nel 2009 e diretto dallo studio Bones, la desolazione causata da un tremendo terremoto a Tokyo fa da sfondo alle vicende dei due fratellini Mirai e Yuki Onosawa, che avranno le loro vite completamente stravolte da questo terribile evento calamitoso.
Il climax dell’opera, forse un poco scontato ma senza dubbio alcuno di grande impatto, si raggiunge intorno al 10 episodio con una tremenda rivelazione: il fratellino di Mirai è morto in seguito alle ferite subite nel terremoto, ma la ragazza fino all’ultimo ha voluto allontanare questo pensiero, fino a quando l’amara verità, svelata dallo spirito del fratellino stesso, non pervade di tristezza il cuore della ragazzina.
Violet Evergarden
La dolcezza che permea l’anime di Violet Evergarden difficilmente ha eguali, così come quel senso di malinconia e tristezza che pervade l’intera opera non è da meno. È una storia di formazione e di crescita della protagonista che dà il titolo all’opera, che impara con il tempo che cosa significhino i sentimenti, che cosa voglia dire piangere, cosa si provi ad amare.
Un amore forte, che scopre solo dopo aver passato molto tempo come Bambola di Scrittura Automatica, ragazze che si occupano di mettere su carta nella maniera più sincera e fedele le emozioni dei propri clienti. Violet all’inizio non riesce a scriverle bene, perché quasi completamente senza emozioni, come fosse un automa.
Verso la fine della serie, anche grazie a diverse vicissitudini che ha vissuto stando a contatto con le altre persone, la ragazza si rende conto del significato dell’amore per lei, ma anche di cosa voglia dire soffrire per esso; perché il suo amato, il maggiore Gilbert, è purtroppo deceduto in guerra. Ma è grazie a lui, che la vide come una persona e non un’arma, che Violet può finalmente capire le emozioni umane.
Clannad
Non potevamo che chiudere questa carrellata di anime strappalacrime con quello che viene ritenuto dalla stragrande maggioranza delle persone una delle opere più candide ma al tempo stesso struggenti dell’intera animazione giapponese: Clannad e il suo seguito After Story.
Nato in origine come Visual Novel nel 2004 e prodotta dalla Key, Clannad è stato poi adattato in due serie animate dalla Kyoto Animation, equivalenti ai due distinti archi narrativi dell’opera. Il primo è maggiormente incentrato sulla vita da liceali di Tomoya Okazaki e Nagisa Furukawa, mentre il secondo più sui rapporti famigliari e sulle difficoltà della vita da adulti.
Ci sono moltissimi momenti drammatici all’interno di Clannad, ed elencarli tutti meriterebbe un articolo a parte, ma due sono meritevoli di essere raccontati, soprattutto per il fatto che sì entrambi fanno piangere a dirotto, ma in due modi completamente diversi tra loro.
Il primo è la straziante morte di Nagisa Furukawa, dopo che ha partorito la figlioletta Ushio: purtroppo, la ragazza è sempre stata cagionevole di salute, ma nonostante ciò ha preferito partorire il frutto del suo amore con Tomoya nella propria casa, circondata dai suoi genitori e il suo amato. Per il ragazzo, però, il trauma è tremendo, tanto da cadere in un profondo stato depressivo e a disinteressarsi della figlia, affidata ai genitori di Nagisa.
Ma proprio il riavvicinamento tra i due, sostenuto anche dalle parole della nonna di Tomoya (che gli racconta che anche suo padre attraversò un periodo simile), è l’altro momento intenso di Clannad, che stimola un pianto intenso, ma non più triste e colmo di dolore, bensì di gioia profonda.