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Israele sviluppa una nuova AI militare in grado di pianificare missioni e selezionare i bersagli migliori in pochi minuti

Le AI sono ormai in grado di svolgere un numero sempre più grande di compiti, che spaziano dal creare immagini partendo da descrizioni testuali allo scrivere righe di codice di programmazione in pochi secondi. In molti, soprattutto tra artisti e programmatori, si dichiarano preoccupati di perdere il lavoro a causa delle Intelligenze Artificiali, ma una recente conferenza a Ginevra sembra aver dato alcune rassicurazioni.

Un’applicazione di queste nuove tecnologie in ambito militare però non si era ancora mai vista: è di poche ore fa la notizia che, secondo l’Israel Defence Force, le forze armate dello stato d’Israele, lo stato del Medio Oriente stia sperimentando l’Intelligenza Artificiale per ottimizzare le proprie strategie di guerra e scegliere con più dovizia i propri bersagli militari.

La storia di Israele dall’anno della sua nascita, il 1948, è sempre stata estremamente travagliata, perché la sua presenza è sempre stata fortemente contestata dal mondo arabo, con tensioni che spesso sono sfociate in guerre e schermaglie militari, soprattutto con il popolo palestinese ivi presente. Israele ha sempre puntato molto sulla difesa del proprio territorio, e non a caso esso le sue forze armate sono considerate tra le più addestrate e preparate del pianeta.

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Come funziona la nuova AI militare israeliana

Ovviamente non è stato divulgato con dovizia di particolari il preciso funzionamento dell’Intelligenza Artificiale israeliana, ma alcuni ufficiali dell’esercito hanno spiegato che esistono due modelli di AI militare, uno improntato alla raccolta dati per i bombardamenti aerei, un altro (chiamato Fire Factory) destinato al calcolo e all’ottimizzazione delle risorse militari, come il numero di munizioni, il dispiegamento di un dato numero di droni e altre informazioni simili.

In ogni caso, le decisioni ultime spetteranno sempre agli esseri umani: l’AI sarà sempre controllata da un operatore umano, che deciderà l’approvazione o meno della strategia proposta dal software. Si afferma inoltre che, secondo chi ha creato l’algoritmo alla base dell’AI, con questa tecnologia si ridurranno enormemente le perdite umane.

Da un lato, si può apprezzare il continuo sviluppo e la ricerca di nuove applicazioni di utilizzo per l’Intelligenza Artificiale, ma dall’altro lato non si può che rimanere spaventati e inorriditi dall’uso militare che ne si sta facendo. Al momento, questa tecnologia non è stata ancora soggetta a regolazioni internazionali, quindi esiste il rischio che si possa abusare di questa nuova, macabra funzionalità delle AI.

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Fonte: Japan Times

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Riccardo Coda

Riccardo Coda

22 Giugno 1999. Amo l'ignoto, ciò che è poco convenzionale, le storie d'amore smielate e Neon Genesis Evangelion.

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