È risaputo che TikTok sia uno dei social più importanti a livello mondiale, con picchi di circa 1.2 miliardi di utenti mensili globali (con circa 18 milioni solamente in Italia) che ogni giorno visualizzano video dalla breve durata, che siano puro intrattenimento o anche presunte scoperte, come quella del supposto ritrovamento del sommergibile di Oceangate tramite un’applicazione di tracciamento squali.
Nato nel 2016 come musical.ly e successivamente ribrandizzato come TikTok, il social cinese ha definito dei nuovi standard di intrattenimento, basati ora su video brevi, rapidi e facilmente guardabili da tutti. Standard ai quali si sono adeguati anche Youtube e Instagram, introducendo nuove funzioni (come Youtube Shorts) dedicate a questa tipologia di video brevi.
Ma TikTok non si ferma: il 6 Luglio ha lanciato il suo servizio di musica in streaming a pagamento TikTok Music in Brasile e Indonesia, una funzione che stava studiando fin dal 2019, quando l’azienda proprietaria del social ByteDance stava discutendo accordi commerciali con le major discografiche. Inutile dire che la sfida con Spotify, Youtube Music ed Apple Music sia iniziata.
TikTok e la sfida a Spotify
Non è un caso che il social re dei video brevi voglia espandersi nel settore della musica in streaming; Spotify sta registrando perdite cospicue, delle quali l’ultima relativa al primo quadrimestre del 2023 di circa 156 milioni di dollari, nonostante il numero di utenti Premium sia salito a 210 milioni.
Anche i soldi posseduti dalle due società sono ben differenti: l’azienda svedese Spotify che possiede l’omonimo servizio di musica in streaming ha un capitale azionario di circa 30 miliardi, mentre ByteDance, che possiede TikTok, di circa 220 miliardi. Non è che indubbio che le eventuali perdite per le due società hanno impatti e pesi ben differenti.
Al momento, un lancio globale di TikTok Music è ancora lontano, perché la società punta a capire se può comunque ritagliarsi uno spazio di mercato in un settore comunque già abbastanza pieno di servizi di musica in streaming che, oltre al già citato Spotify, comprendono anche Apple Music, Amazon Music e Youtube Music.
Fonte: Music Business Online