Tira aria di pace per i giocatori di Rainbow Six Siege e dei futuri titoli multigiocatore online targati Ubisoft, grazie ai risultati ottenuti dall’ultimo aggiornamento ai sistemi anticheat, che ha visto l’azienda spostarsi su 2 metodi ancora sperimentali, ma che già dai primi giorni di attività si sono rivelati estremamente efficaci nel frenare i malfattori.
Quando si tratta di FPS o di sparatutto in generale, quello dei cheaters è un problema serio, per il quale gli sviluppatori combattono da anni non solo tentando di tappare i buchi che permettono lo sviluppo di strumenti per avvantaggiarsi su titoli come Rainbow Six Siege, Call of Duty, CS:GO e tanti altri, ma imbastendo delle pesanti cause contro quelle persone che sviluppano e distribuiscono, spesso anche dietro pagamento, software illegali.
Lato Ubisoft, Rainbow Six Siege è stato il primo, almeno per adesso, a mettere in atto una soluzione efficace, rivelatasi molto efficace e difficile da bypassare. Tale soluzione si traduce nei 2 rinnovati sistemi di controllo presentati attraverso un comunicato e che prendono il nome di MouseTrap e QB, il cui obiettivo è quello di impedire il funzionamento alla radice dei cheat e dei software e, in maniera anche piuttosto sorprendente, il loro sviluppo.
Come agiscono MouseTrap e QB su Rainbow Six Siege
Per quanto riguarda MouseTrap, il suo scopo è quello di identificare e impedire il funzionamento di quei software e strumenti che permettono su console di falsificare il mouse e la tastiera, di fatto portando un vantaggio sui giocatori che utilizzano un controller. Grazie ad esso, è stato registrato un calo del 78% degli abusi di questa metodologia, rappresentando un successo importante per questa prima fase sperimentale con uno strumento unico nel suo genere.
Ma il più sorprendente è senza dubbio QB, sistema che rende estremamente difficile lo sviluppo e l’integrazione dei cheat stessi da parte degli sviluppatori. Ubisoft è stata estremamente criptica riguardo il suo funzionamento per mantenerne l’integrità, come è stato dichiarato; tuttavia gli utenti più attenti, potrebbero essersi fatti un’idea sul suo funzionamento. Essi infatti, giocando a Rainbow Six Siege, hanno notato continui aggiornamenti al gioco in secondo piano, senza apportare apparenti modifiche al gameplay del giocatore. Da qui l’ipotesi della modifica costante del launcher di gioco come spiegazione del funzionamento del sistema, impedendo quindi agli sviluppatori di cheat di tenere il passo nello sviluppo e nella distribuzione dei propri strumenti, ma fino a conferma di Ubisoft, si tratta di speculazioni.
Al momento sono stati registrati oltre 10.000 ban di account incriminati, con alcuni distributori di cheat che hanno deciso di abbandonare il gioco e la sua creazione di software malevoli. Indubbiamente si tratta di un traguardo importante, nonostante sia ancora imperfetto, con dei distributori che dichiarano di offrire dei cheat ancora funzionanti, anche se la cosa necessita di una verifica approfondita. Tuttavia il futuro di Ubisoft potrebbe essere roseo per i suoi giochi online, specialmente in prospettiva dell’uscita del nuovo sparatutto XDefiant, il quale partirebbe con il piede giusto con questi sistemi di protezione.