La battaglia tra la Federal Trade Commission e Microsoft è finalmente giunta al termine, con la forte multinazionale statunitense che ne esce alla fine vittoriosa. La data finale del 18 Luglio 2023, necessaria per completare l’acquisizione, si stava avvicinando pericolosamente, con l’FTC e la CMA Inglese contrarie e sicure di averla bloccata, costringendo dunque la grande M a pagare quanto pattuito ad Activision Blizzard in caso di mancata riuscita dell’operazione.
Le cose non sono andate come speravano per l’FTC e ora un giudice della corte Californiana, dopo ben 5 giorni di testimonianze e di intricate analisi del caso dove entrambe le parti sono state abbondantemente ascoltate, ha deciso di negare la richiesta dell’organo regolatore per un’ingiunzione preliminare, la quale era stata fatta per frenare definitivamente la riuscita dell’operazione dopo le dichiarazioni della possibile uscita dal mercato inglese da parte di Microsoft per poterla concludere. Ecco le dichiarazioni finali del giudice Jaqueline Scott Corley:
L’acquisizione di Activision da parte di Microsoft è stata descritta come la più grande nella storia del settore tecnologico. Merita di essere esaminata, e tale esame ha dato i suoi frutti: Microsoft si è impegnata per iscritto, in pubblico e in tribunale a mantenere Call of Duty su PlayStation per 10 anni alla pari con Xbox. Ha stretto un accordo con Nintendo per portare Call of Duty su console Switch, e ha stretto altri vari accordi per portare, per la prima volta, vari contenuti di Activision su diversi servizi di cloud gaming.
La responsabilità di questa Corte in questo caso è circoscritta: si tratta di decidere se, a dispetto delle circostanze attuali, l’acquisizione dovrebbe essere bloccata, o addirittura interrotta, in attesa della risoluzione del provvedimento amministrativo della FTC. Per le motivazioni date, la Corte ritiene che l’organo federale regolatore non ha dimostrato la probabilità di poter prevalere sulle sue dichiarazioni che questa particolare operazione in questo specifico settore possa diminuirne sostanzialmente la concorrenza. Al contrario, gli elementi di prova indicano un maggiore accesso per i consumatori a Call of Duty e altri contenuti di Activision. La richiesta di ingiunzione preliminare è perciò respinta.
Cosa potrà fare ora Microsoft?
Adesso la FTC avrà una possibilità di appellarsi alla decisione del giudice, anche se si tratta di una situazione improbabile, vista la natura dell’organo regolatore americano. Infatti nemmeno in un’altra causa contro l’acquisizione di Within da parte di Meta la situazione è proseguita ulteriormente, situazione probabilmente destinata a ripetersi con l’abbandono del caso. La presidente Lina Khan perde dunque una seconda grossa battaglia in tribunale contro i mostri tech, confermando la poca probabilità di successo per l’ottenimento dell’ingiunzione auspicata dagli esperti del settore.
La vittoria contro l’FTC sblocca dunque l’acquisizione e la possibilità di concludere l’affare, pur avendo ancora la CMA contraria. Questo se l’idea di uscire dal mercato britannico verrà seriamente presa in considerazione e portata avanti da Microsoft. Tuttavia si tratta di un’ipotesi piuttosto scomoda per l’azienda americana, la quale, con tutta probabilità, farà in modo di riprendere i discorsi dopo l’appello alla corte del tribunale.
Microsoft e Activision, probabilmente e di comune accordo, faranno in modo di estendere la data per finalizzare l’operazione, spostandola sicuramente a dopo il 28 Luglio 2023, data in cui si terrà il processo contro la decisione della CMA inglese che ha bloccato l’operazione. L’uscita dal mercato britannico, come hanno spesso ripetuto gli intermediari e i protagonisti della vicenda, è l’ultima spiaggia, con l’azienda che cercherà ora di trovare nuovi accordi con la CMA per venire incontro alle loro richieste. La Commissione Europea ha già dato il suo ok all’operazione, dunque siamo alle fasi finali, con il prossimo mese che sarà quello decisivo, con l’affare sembra essere ormai arrivato ai titoli di coda, con un risultato positivo.
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