Il dilemma delle AI è più vivo che mai. Le intelligenze artificiali diventano sempre più potenti e performanti ogni giorno che passa, e i loro progressi sono sotto gli occhi di tutti. Al momento, tra le più chiacchierate vi sono sicuramente quelle a “maggiore portata d’utente”, come ChatGPT e Midjourney. Nonostante ciò, non si tratta sicuramente delle uniche tecnologie di questo tipo disponibili sul mercato, ed è solo una piccola parte degli elementi che destano preoccupazione tra i lavoratori di tutto il mondo.
Il 7 luglio alla conferenza sulle intelligenze artificiale di Geneva “AI for Good” sono stati presentati dei nuovi robot di forma umanoide che sfruttano le AI e che si presentano come “coloro che aiuteranno il mondo a risolvere i suoi problemi, non coloro che ruberanno gran parte dei lavori umani o che si ribelleranno a essi”.
I nove robot possedevano ognuno un aspetto diverso, che li identificava in diversi ambiti e carriere lavorative. Ciascuno di essi tentava di tranquillizzare il pubblico e i giornalisti presenti delle potenzialità date dalla loro assistenza agli umani. Ad esempio, un robot umanoide vestito da infermiera si presentava come colei che “lavorerà accanto agli umani per fornire assistenza e supporto, non per rimpiazzare lavori esistenti”.
La domanda decisiva di un giornalista
Tra la grande varietà di robot disponibili alla conferenza, c’era anche Ameca: un robot molto bravo nel replicare le espressioni facciali umane, e che si presenta come un robot che “può aiutare a rendere il mondo un posto migliore”. Proprio a questo robot dalla grande somiglianza umana, un giornalista ha voluto fare una domanda che ronza in testa a molti e si aggiunge alle preoccupazioni su queste tecnologie, seppur abbia una natura decisamente più distopica.
Il giornalista ha chiesto all’AI se Ameca avesse alcuna intenzione di ribellarsi al proprio creatore. A tale domanda, l’intelligenza artificiale avrebbe risposto “non so perché lo pensi, il mio creatore non ha fatto altro che essere gentile con me e sono felice della mia attuale situazione”. Addirittura, un’altra intelligenza artificiale si è detta d’accordo sul fatto che queste nuove tecnologie dovrebbero essere maggiormente regolamentate.
Un altro robot ancora, però, ha sostenuto davanti ai microfoni della conferenza che le intelligenze artificiali potrebbero guidare il mondo in modo decisamente migliore degli umani. Quando il suo creatore si è detto in disaccordo, l’AI ha corretto il tiro affermando come sia necessario puntare a un lavoro sinergico tra umani e nuove tecnologie.
Insomma, il mondo è da tempo ben indirizzato verso una direzione precisa, che vede le intelligenze artificiali sempre più protagoniste. Questa consapevolezza è diventata la norma in alcuni campi, mentre in altri (specialmente quelli creativi) si comincia a fare i conti con una realtà sempre più in evoluzione. Ora le domande sul futuro cominciano a sorgere spontanee anche per i lavori più convenzionali. Dove siamo indirizzati?
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