Twitter negli ultimi mesi sta avendo degli scossoni a livello societario molto importanti, che rischiano di minare tutta la sua credibilità ottenuta nel corso degli anni: abbiamo avuto la turbolenta acquisizione della piattaforma da parte dell’eccentrico miliardario Elon Musk, il suo codice sorgente è finito su Github, le spunte blu per i profili verificati sono divenute a pagamento.
A tutte queste problematiche ora se ne aggiunge una, questa volta nei confronti di Google e AWS. Secondo un’indagine del Platformer, il social di proprietà di X Holding non starebbe più pagando per il servizio di Google Cloud, non avendo ancora trovato un nuovo accordo (fonti dicono che le trattative proseguono fin da Marzo).
Ciò potrebbe risultare un grosso problema in termini di sicurezza informatica, poiché i servizi cloud forniti da Google e AWS comprendono, tra i vari servizi che offrono, protezione per gli account e sistemi che prevengono lo spam. Questo potrebbe ovviamente portare a una perdita di credibilità da parte di Twitter, non venendo più ritenuto sicuro dagli utenti.
La corsa contro il tempo di Twitter
L’accordo con Google scadrà a fine Giugno, pertanto il social di Elon Musk dovrà trovare dei servizi cloud che possano ospitare la piattaforma entro quella data, o potrebbero esserci grossi problemi per la sicurezza dei dati informatici degli utenti. Una situazione spiacevole ed evitabile, siccome prima dell’acquisizione da parte dell’amministratore delegato di Tesla, Twitter aveva già un accordo pluriennale con Google per i servizi cloud. Accordo che, secondo Musk, doveva essere rimodulato.
Adesso il miliardario statunitense, di origini sudafricane, dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni, e non è la prima volta che esse sono particolarmente controverse: già ad acquisizione di Twitter completata, licenziò quasi tutto il personale preesistente. Ma una delle più discusse fu la rimozione dei profili Twitter di alcuni giornalisti che tracciarono i suoi spostamenti aerei, venendo aspramente criticato per la sua limitazione alla libertà di parole anche dalla Commissione Europea.
Come risolverà questo problema? Troverà un accordo con Google oppure inventerà una piattaforma di servizi cloud tutta sua?
