Play! Pokemon, l’ente organizzatore di tornei per il gioco collezionabile di carte di Nintendo, ha appena concluso l’inchiesta sul giocatore professionista che è apparso online sfoggiando una svastica rasata nei capelli con un nulla di fatto.
“Ciò che abbiamo trovato non supporta un’azione disciplinare contro il giocatore in esame,” ha rivelato un portavoce della Pokemon Company, togliendo un grosso mirino dalla schiena del deckmaster canadese. Secondo quanto emerso da un’analisi approfondita della faccenda, l’individuo accusato di antisemitismo non avrebbe giocato un ruolo determinante nella faccenda, e la responsabilità per le immagini offensive andrebbe quindi ricercata presso terzi.
Rowan Stavenow, il protagonista della controversia, non ha ancora commentato la sua assoluzione, ma in passato aveva espresso cordoglio e rammarico su Twitter per quello che era partito come un gioco innocente poi scappatogli di mano.
Perché Pokemon ha assolto il giocatore con la svastica nei capelli?
Secondo la versione di Rowan, l’origine delle immagini dove si può notare una grossa svastica sul suo scalpo è un semplice pomeriggio di bevute con gli amici. Il pro delle carte Pokemon intendeva rasarsi a zero i capelli, e mentre si trovava in uno stato di inebriazione avrebbe porto un rasoio ai suoi amici chiedendo di “farlo sembrare stupido“.
A quel punto un membro della comitiva avrebbe passato il segno, tagliando i capelli del giocatore professionista in modo da formare il simbolo antisemita sul lato della sua testa — dove Rowan non poteva vederlo. Forse con insensibile goliardia, forse con vera malizia, il video dell’accaduto è stato poi caricato sul web senza il consenso del giocatore, scatenando immediatamente una tempesta di lamentele e richieste di ban.
Questa versione sembra essere stata confermata da Play! Pokemon, che ha inoltre fatto presagire delle potenziali ripercussioni verso i terzi su cui effettivamente ricadrebbe la responsabilità del gesto. Un’ulteriore indagine sarà appunto mirata ad applicare sanzioni a lungo termine, probabilmente sotto forma di un ban dai tornei ufficiali.
“Pokemon crede nel creare uno spazio sicuro e allettante per i nostri giocatori. Prendiamo queste situazioni molto seriamente, ed incoraggiamo tutti i giocatori a proseguire nella segnalazione di problemi o incidenti direttamente su support.pokemon.com,” si legge del comunicato ufficiale del verdetto.
Un sentimento condiviso da Rowan, che all’alba dello scandalo, prima di conoscere il suo destino, diceva: “Mi ferisce moltissimo sapere che un video in cui compaio ha fatto sentire certe persone in pericolo o sgradite“. Chiudendo il suo post del 22 maggio, di cui trovate gli screenshot subito sotto, Rowan aveva ringraziato sia chi aveva voluto ascoltare il suo lato della storia, sia chi si era subito schierato contro l’antisemitismo online (nonostante i toni accusatori di alcuni spesso non volessero accettare ragioni, NDR).