Negli ultimi mesi, l’avanzare costante (e preoccupante) dell’IA ha creato non pochi problemi etici e politici in tutto il mondo. Uno di questi è proprio quello di essere un pericolo per la sorveglianza biometrica di massa e l’Unione Europea, come il resto del mondo, sta iniziando a cercare soluzioni per regolamentare l’uso del “riconoscimento facciale”.
Attualmente, l’uso di questi strumenti biometrici per la sicurezza digitale, soprattutto negli spazi pubblici, rappresenta una delle più grandi minacce ai diritti fondamentali e alla democrazia di sempre. È su questo che sta lavorando l’UE con l’Artificial Intelligence Act (AI Act), cercando di stabilire degli standard globali sull’uso dell’intelligenza artificiale, sia quelle generative (tipo ChatGPT) che su quelle biometriche.
La lotta contro l’IA biometrica
Già da due anni, The Good Lobby, un’organizzazione no-profit italiana attiva nel mondo politico, insieme al movimento Reclaim Your Face, cercano di combattere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel cambio biometrico. Grazie al nuovo AI Act, nell’Unione Europea questa tecnologia è in fase di compromesso: infatti, l’utilizzo del riconoscimento facciale come sorveglianza di massa ha un ban limitato all’utilizzo real-time.
Ma perché tutto questo? Una delle cause recenti è successa proprio in America, dove una persona (Randal Reid), mentre passeggiava tranquillamente, è stata erroneamente scambiata da un’AI biometrica come sospetto per una rapina a New Orleans. Questo è accaduto proprio perchè si è passato da una classica tecnologia di videosorveglianza a una con AI biometrica che ha sfruttato un algoritmo per individuare il viso del ladro e farlo coincidere con quello del proprio database dato soprattutto dallo sfruttamento del riconoscimento facciale (RBI – Remote Biometric Identification).
Costa sta facendo ora l’Unione Europea?
Secondo TheGoodLobby, nel 2021 diverse organizzazioni avevano mostrato insoddisfazione verso l’esclusione del divieto dell’utilizzo ex-post (quindi non real time) dei dati raccolti tramite intelligenza artificiale. Ben 24 parlamenti europei si impegnarono, infatti, per poter vietare completamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale biometrica almeno negli spazi pubblici. A ottobre 2022, Benifei e Tudorache (europarlamentari che hanno scritto parte dell’AI Act) hanno iniziato a proporre alcune modifiche, puntando soprattutto sul proibire il social scoring e la sorveglianza biometrica di massa.
La proposta dei due europarlamentari fu quella di escludere totalmente l’utilizzo anche ex-post dell’IA biometrica come sorveglianza di massa sia negli spazi pubblici che in quelli privati e online, includendo ovviamente il ban all’utilizzo real time. Queste modifiche, però, crearono un enorme conflitto politico e istituzionale, soprattutto con il PPE (Partito Popolare Europeo) contrario al ban totale di questa tecnologia.
A dicembre 2022, il Consiglio Europeo andò in maniera completamente opposta a quella di Benifei e Tudorache andando ad eliminare totalmente la proposta di creare un ban anche per il real time. In quel periodo partì anche la proposta di aumentare le eccezioni per l’utilizzo real time dell’intelligenza artificiale biometrica, soprattutto per utilizzarle all’interno delle forze dell’ordine per ragioni di sicurezza straordinarie.
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Attualmente la discussione sull’utilizzo di questa tecnologia è tornata al Parlamento Europeo e l’unica proposta attiva è quella di vietare la sorveglianza biometrica di massa real time, escludendo quella ex-post, considerata “ad alto rischio” all’interno dell’AI Act. Tuttavia, l’utilizzo della tecnologia ex-post verrà comunque scritta come ad alto rischio nell’Annesso III dell’AI Act, essendo in grado di minacciare la sicurezza personale di milioni di persone. Bisogna solo aspettare la decisione dell’UE sperando voglia creare un “ecosistema di fiducia ed eccellenza” per l’Intelligenza Artificiale andando a scegliere l’utilizzo giusto di questa tecnologia.