Jeffrey Dahmer è sicuramente una delle serie Netflix più apprezzate dell’ultimo periodo, anche se da come potevamo aspettarci ha destato molto clamore da parte dei parenti delle vittime dell’assassino, che hanno sottolineato il come prodotti del genere possano riaccendere delle ferite mai ricucite, insieme al fatto che la maggior parte di loro non era stata avvertita della produzione. Netflix si difese semplicemente accennando alle mancate risposte delle persone interessate alle richieste della piattaforma, che ha ovviamente deciso di proseguire indisturbata.
Detto questo oggi parleremo della vera storia di uno dei killer più feroci della storia, interpretato in questo caso da un magnetico e inquietante Evan Peters nella serie Netflix. Jeffrey Lionel Dahmer era il suo nome completo e la sua efferatezza lo ha poi fatto battezzare come il cannibale di Milwaukee (Milwaukee Cannibal) o il mostro di Milwaukee (Milwaukee Monster).
La sua crudeltà non ha mai avuto limiti e i suoi omicidi li ha sempre compiuti con delle azioni indicibili che andavano dal cannibalismo fino a passare per la necrofilia e gli squartamenti. Tra il 1978 e il 1991 al killer sono stati attribuiti 17 omicidi, compiuti per lo più su ragazzini e giovani adulti. Qui la serie Netflix è stata altamente fedele.
Fu condannato nel 1992 con l’ergastolo per poi essere ucciso, due anni dopo, da Christopher Scarver, un detenuto sofferente di schizofrenia. Da come avete potuto leggere l’omicida è rimasto purtroppo indisturbato per molti anni per poi trascorrere solamente alcuni anni di condanna prima di essere ucciso nel 1994.
Jeffrey Dahmer: infanzia e adolescenza
Fin da ragazzino così come affermano le fonti biografiche, Dahmer ha sempre vissuto un clima familiare molto teso e violento, dove, come se non bastasse condussero anche il ragazzino a subire degli abusi da parte di un suo vicino di casa. Poco dopo il ragazzo per via di questi anni travagliati probabilmente, sviluppò un carattere chiuso e apatico sia per l’eccessiva lontananza di suo padre Lionel a causa dei suoi continui impegni accademici, che per la grave forma di depressione di cui soffriva la madre Joyce, già ipocondriaca da tempo, motivo per cui richiedeva cure costanti e passava gran parte delle sue giornate a letto, quindi non è difficile capire che Jeffrey visse una situazione complessa con una profonda solitudine.
Dopo la nascita del suo fratellino David (nome che scelse lo stesso Jeffrey) il ragazzo iniziò a collezionare resti di animali morti che usava poi seppellire nel bosco situato adiacentemente all’abitazione dei genitori in Ohio. Questa cosa continuò e le sue vittime all’interno del mondo animale cominciavano a crescere, fino a sviluppare poi un desiderio, verso i tredici anni, di andare a letto con delle persone decedute.
Quando compii sedici anni Jeffrey iniziò a consumare una quantità spropositata di alcolici nelle ore diurne, nascondendo le varie bottiglie all’interno della sua giacca. Il ragazzo non destava sospetti visto che a scuola era ben visto dagli insegnanti. Una volta raggiunta la pubertà il killer comprese di essere gay, e scelse comunque di non dirlo alla famiglia.
Il primo omicidio
Il primo delitto avvenne poco dopo il suo diploma (così come vediamo sempre nella serie Netflix ndr) per la precisione il 18 giugno del 1978. Steve Hick era un ragazzo di 19 anni, autostoppista, che fu invitato a casa del pericoloso serial killer. Dopo quattro chiacchere e una birra Dahmer decise di colpirlo con un manubrio da palestra di 4,5 kg, soffocandolo successivamente fino a togliergli la vita. Tolse poi i vestiti al cadavere, decidendo poi di posizionarglisi sopra per compiere degli atti indicibili legati alle sue perversioni sessuali; infine decise di smembrarlo disciogliendo poi nell’acido alcuni pezzi di carne per gettarli nel gabinetto, quindi frantumò le ossa di Hicks con una mazza da baseball e, infine, le nascose in sacchi per l’immondizia che seppellì nel bosco situato dietro casa.
Il resto viene poi raccontato all’interno della serie Netflix dove la maggior parte dei delitti sono stati ricostruiti in maniera fedele ai fatti di cronaca ufficiali, anche se per forza di cose alcune scene altamente disturbanti non sono state mostrate per ovvi motivi. In calce se volete è presente anche un’intervista a lui dedicata.