Gli eventi di Marijoa sono stati rivelati solo parzialmente nel corso dei capitoli di One Piece: Oda ci ha svelato che Cobra potrebbe essere (adesso quasi sicuramente) morto, e l’intervento dell’Armata Rivoluzionaria che ha coinvolto Sabo ed altri comandanti rivoluzionari è andato a buon fine, riuscendo anche a liberare Bartholomew Kuma.
Nel capitolo 1054 di One Piece ci sono state svelate queste e anche altre informazioni, tra le quali gli ammiragli che hanno cercato di fermare i rivoluzionari senza però avere successo. Akainu si è mostrato furibondo nel sentire questa notizia, ma il motivo per cui Fujitora e Toro Verde non sarebbero riusciti ad arrestare i comandanti dell’esercito di Dragon sembrava già piuttosto evidente, trovandosi in un luogo dove non era possibile usare appieno i loro poteri.
Nel capitolo 1083 di One Piece viene ulteriormente approfondita questa vicenda grazie al tanto atteso flashback di quell’incredibile giorno. In esso possiamo vedere lo scontro tra la Marina e l’Armata Rivoluzionaria, e in più ci viene rivelato che anche il Cipher Pol sarebbe stato coinvolto in questa situazione.
Un Frutto del Diavolo che trova il suo rivale
Fino a poco tempo fa, grazie al capitolo 1054, sapevamo che Fujitora e Toro Verde si trovavano a Marijoa quando è avvenuto l’assalto dei rivoluzionari. Quest’ultimi sono stati in grado di bruciare la bandiera del Governo Mondiale, dando così una formale dichiarazione di guerra e riprendendosi inoltre anche Bartholomew Kuma dalle grinfie dei draghi celesti.
Se i due ammiragli non fossero stati lì, forse le cose sarebbero finite in modo ancor più grave per il Governo Mondiale. Detto ciò, gli avversari che hanno dovuto affrontare non erano per nulla semplici come potremmo pensare.
Mettendo da parte il discorso su Sabo, anche Lindbergh, Karasu e Morley sono dei combattenti più che eccellenti per l’Armata Rivoluzionaria. Può darsi che i rivoluzionari sapessero già quali ammiragli avrebbero trovato nella città, e questo sospetto emerge dopo aver visto come Morley fosse presente durante la lotta.
Il gigante possiede l’Oshi Oshi no Mi, un paramisha che permette di deformare e spingere il terreno come se fosse della creta, potendo così creare fessure in cui muoversi sottoterra o nascondersi, o anche schiacciare i nemici. Semplicemente spingendo il terreno, di qualunque tipo esso sia, il gigante può manipolarlo.
Non solo questo frutto è potente per l’influenza che ha sulla posizione stessa del nemico, ma anche per il fatto di poter incanalare le sue capacità negli oggetti, magari prendendo il terreno e trasformandolo in un’arma.
Ecco perché se messo a confronto con quello di Aramaki, l’Oshi Oshi no Mi potrebbe presentarsi come un frutto davvero ostico da combattere per l’ammiraglio detentore del Mori Mori no Mi. Questo frutto di tipo Rogia gli consente di creare, controllare e diventare un elemento della natura attraverso le piante e la vegetazione, diventando una sorta di “foresta vivente”.
Il frutto però si affida in molti casi al terreno: ad esempio, chi lo possiede può ricreare il suo corpo sfruttando un germoglio che cresce rapidamente dalla terra dopo aver piantato delle radici in profondità. Ma poiché Morley può manipolare a suo volere il terreno, sradicandolo anche con facilità, le abilità di Toro Verde potrebbero rivelarsi vane.
Non per nulla nel capitolo 1083 di One Piece Morley affronta in modo molto sicuro di sé l’ammiraglio, senza mostrare troppa preoccupazione; non sappiamo alla fine come si è concluso il suo scontro con Aramaki, ma considerando come il gigante è poi tornato a Kamabakka senza ferite gravi, immaginiamo che il rivoluzionario potrebbe aver trionfato in modo clamoroso sull’ammiraglio.
