Nelle ultime ore ha fatto discutere ed inferocire una teoria emersa dal web, secondo la quale il Corriere della Sera starebbe usando dei bot per generare commenti falsi sotto i propri post. Il fine sarebbe quello di creare engagement e fomentare numerose risposte piene d’odio da parte degli utenti, aizzati a dovere dalla diabolica botnet.
Una teoria che, se dovesse provarsi vera, basterebbe a distruggere completamente ogni brandello di fiducia che il pubblico ripone ancora nel giornalismo italiano. Ma davvero il Corriere ha usato la stessa tattica della campagna Open to Meraviglia per ottenere qualche clic in più?
Secondo un esperto in cybersecurity non si tratterebbe di uno schema macchiavelliano degno delle peggio distopie, ma di un semplice errore nell’utilizzo di un servizio molto popolare tra le testate online.
Corriere usa i bot, ma non per nuocere
Sì, il Corriere si è lanciato in una serie di tweet altamente sospetti, i quali comprendevano un nome utente, poi una menzione all’account del corriere stesso, ed infine un commento spesso molto abrasivo ed infiammatorio; sembrerebbe proprio che con questa “formula magica” pubblicata evidentemente per errore, il Corriere “evocasse” i bot a commentare. Ma c’è un particolare che rende questa teoria impossibile.
I dettagli che sembrano scagionare il Corriere sono stati notati dall’esperto di informatica Matteo Flora, che con l’aiuto dei suoi seguaci ha deciso di effettuare una semplice verifica: controllare le date dei tweet incriminati — una verifica evidentemente troppo complessa per i molti utenti che si sono subito fiondati alle costole della testata.
I commenti del Corriere sono sempre successivi a quelli dei presunti bot. Lo dimostrano molteplici screenshot acquisiti e mostrati da Matteo Flora, che suggeriscono un corso degli eventi decisamente più auspicabile. Se il Corriere ha davvero usato i bot, perché sembra chiamarli in azione solo dopo la pubblicazione dei commenti in questione?
Inoltre gli account sospettati di essere dei bot risultano attivi anche fuori dalla sezione commenti del Corriere, alcuni pubblicano tweet con regolarità, commentando anche sotto altre testate, con frasi sempre coerenti ad un certo credo politico. Sono pre-esistenti ai loro commenti.
Cosa sono quegli strani commenti del Corriere?
La questione è stata analizzata anche da Bufale.net, un sito dedito al fact checking, secondo il quale il Corriere è probabilmente innocente. Gli strani commenti della testata sarebbero infatti dovuti ad un errore umano nella configurazione di un servizio in voga tra i giornali e le piattaforme più grandi.
Secondo questa ipotesi, spiegata sempre dall’esperto, il Corriere starebbe effettivamente usando il supporto di alcuni bot, ma il compito di questi ultimi non sarebbe quello di creare commenti, bensì di raccoglierli.
I commenti sarebbero automaticamente archiviati in un formato più facile da consultare rispetto alle notifiche di Twitter, in modo da analizzare le performance degli articoli, il consenso generale del pubblico, o anche semplicemente rispondere alle menzioni positive.
Un caso molto simile a quello attuale sarebbe già capitato al Flora in un lavoro passato. A causa dell’errata impostazione di questi “bot archivisti“, un cliente avrebbe causato il rilancio di ciò che invece sarebbe dovuto essere raccolto — una teoria compatibile con quanto emerso finora.
Gli screenshot mendaci
Se avete provato voi stessi a controllare le date dei tweet potreste essere stati tratti in inganno dai primi screenshot circolati sul web. La teoria con le relative “prove” è comparsa per la prima volta su Reddit, dove un utente piuttosto sicuro di sé ha esposto l’accaduto su r/Italia, poi, grazie all’aiuto di terzi, anche su r/italy.
Osservando i commenti “sospetti” del Corriere, ormai tutti cancellati dal social media manager ma immortalati dagli screenshot, e confrontandoli con i commenti degli utenti-forse-bot, era facile commettere un errore. Da queste immagini sembrerebbe che sia il Corriere a commentare per primo, provocando poi l’azione dei “bot”; tuttavia gli orari degli screenshot sono relativi ad un fuso orario “più indietro”, come è possibile vedere in alto a sinistra, dove si legge che la SIM del dispositivo appartiene a Vodafone UK.
Convertendo gli orari è chiaro che ogni “evocazione” avviene dai due ai tre minuti dopo il commento originale.
Il Corriere sembra quindi innocente dalle accuse di usare bot per creare commenti falsi, ma questo ci lascia di fronte a uno scenario ugualmente preoccupante: quello in cui i commenti velenosi e pieni di ignoranza sono scritti da persone vere. Difficile scegliere quale eventualità sia la più sconfortante.
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