Continua il polverone mediatico scatenatosi su Destiny 2, che sta affrontando una situazione davvero difficile. Infatti, dopo la bufera scatenata dall’emersione di alcuni leak inerenti alla stagione 21, la quale dovrebbe fare il suo ingresso nel mese di maggio, Bungie ha immediatamente rintracciato il presunto colpevole, penalizzato e punito severamente.
Eppure il leaker in questione, tale Ekuegan, dopo esser stato vittima delle accuse e dell’ira della software house statunitense, ha ricevuto nelle ultime ore il pieno supporto della community del popolare sparatutto in prima persona, la quale avrebbe definito frettolosa la scelta operata verso il content creator.
Destiny 2: le parole di Ekuegan e la risposta di Bungie
G1 EK si è dichiarato profondamente amareggiato dalla situazione, definendo come un grossolano errore quello commesso dalla casa videoludica. All’interno di una serie di tweet, infatti, Ekuegan ha espresso tutto il suo dispiacere, arrivando a mostrare perfino le ore di gioco trascorse sul titolo.
Si tratta di 19.000 ore, le quali evidenzierebbero non solo la dedizione messa dal content creator nell’aiutare gli utenti nei Cala la Notte Gran Maestro, ma anche e soprattutto l’infinito amore per il titolo. In breve, Ekuegan non avrebbe avuto alcun motivo per voltare le spalle a Bungie.
Tutto quello che so è che quella compagnia ha commesso un grave errore e riabiliterò il mio nome. Ci sto lavorando, non vi preoccupate. Rimango a testa alta.
LEGGI ANCHE: Destiny 2, i giocatori chiedono maggior cura verso l’azzardo
La solidarietà della community non si è fatta attendere, ed Ekruegan ha ottenuto pieno appoggio nella sua lotta contro Bungie, che però ha immediatamente replicato alle accuse mosse dai giocatori con parole ben chiare. La casa videoludica avrebbe in mano delle prove schiaccianti contro lo streamer che l’avrebbero portata ad agire con certezza.
I nostri team di sicurezza e legale hanno esaminato prove inconfutabili, tra cui registrazioni video, messaggi verificati e immagini che dimostrano uno schema continuato nel tempo che conferma che lo stesso individuo ha condiviso informazioni riservate dai Community Summit che si estendono per più anni.
Sebbene queste parole, però, qualcosa non tornerebbe. Secondo i giocatori il fatto che Bungie non abbia intrapreso alcuna azione legale nei confronti dello streamer sarebbe sintomo di poca sicurezza circa la sua colpevolezza, anche se i motivi contro questa teoria sarebbero tanti e giustificati. In primis, il fatto che una causa legale potrebbe costare molto in termini di tempo e denaro, e in secundis la possibilità di rovinare la vita del content creator. Quest’ultimo sarebbe un risvolto davvero triste, a cui la stessa Bungie probabilmente non ha intenzione di arrivare.