Activision-Blizzard si trova in una situazione non certo tra le più rosee da gestire. Non solo, ormai da mesi si discute sull’accordo tra l’azienda e Microsoft per giungere ad un’acquisizione storica e potenzialmente pericolosa per l’industria del videogioco, ma adesso Activision-Blizzard deve affrontare un’altra difficoltà legata alla politica di tassazione delle squadre di Esports di due dei principali campionati mondiali: la COD League e la Overwatch League.
Secondo quanto riportato sul sito ufficiale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), l’ente ha denunciato Activision-Blizzard a causa di una regola imposta dall’azienda all’interno dei suoi campionati di Esports, la quale obbligherebbe le squadre a pagare delle multe nel caso in cui lo stipendio di un giocatore di un team di Overwatch League o COD League superasse una soglia prestabilita. Tale regola sarebbe infatti contraria ai principi dello Sherman Act, la legge antitrust per eccellenza sul suolo americano.
Il Dipartimento di Giustizia ha quindi deciso di fare causa ad Activision-Blizzard così da trovare una soluzione che tenga conto dei diritti dei lavoratori presso le squadre di Esports, escludendo la possibilità di vedere aggiunti salary cap illeciti da parte dell’azienda.
Quali soluzioni per Activision-Blizzard?
Nella sezione finale del suo comunicato, il Dipartimento di Giustizia degli USA invita l’azienda alla realizzazione di un decreto di consenso. Un accordo che tenga conto delle preoccupazioni del DOJ attraverso la certificazione, da parte di Activision-Blizzard, di aver eliminato ogni forma di limitazione degli stipendi dei giocatori di Esports. Ogni forma di tassazione o penalizzazione nei confronti di coloro che riescono a guadagnare più del previsto non sarà più tollerata.
Activision-Blizzard ha prontamente risposto alle accuse lanciate dal DOJ affermando che tale penalità, che è stata comunque eliminata dai regolamenti delle leghe nel 2021, non è mai stata applicata. L’azienda ha comunque approvato velocemente la realizzazione di un decreto di consenso, il quale, una volta esaminato da un giudice, permetterà molto probabilmente di vedere chiusa quanto prima la faccenda.