Nell’ultimo anno le intelligenze artificiali hanno fatto passi da giganti nell’utilizzo di tutti i giorni, grazie a programmi come Midjourney o ChatGPT. Parlando del chatbot di OpenAI, ChatGPT è stato lanciato nel novembre 2022 in versione beta; pochi giorni fa è arrivato l’aggiornamento GTP-4, per gli abbonati al servizio Plus del bot.
Gli utilizzi di questo chatbot sono decine e decine. C’è chi “gioca” a titoli come Pokémon Smeraldo, resi come un’avventura testuale; c’è chi chiede a ChatGPT di scrivergli le continuazioni di storie famose (come ha fatto l’autore di One Piece); e c’è chi l’ha utilizzata nelle app di incontri, come OkCupid.
A tutti questi utilizzi potrebbe aggiungersene uno nuovo: l’intelligenza artificiale come avvocato difensore. Uno studio legale fiorentino ha infatti deciso di testare le capacità di ChatGPT nel campo dell’avvocatura. E sembra proprio che il chatbot sia a un livello molto avanzato.
L’utilizzo di ChatGPT in ambito giudiziario
La testata online Fanpage ha intervistato Alessandro Traversi, avvocato penalista del foro di Firenze. Nel suo studio legale fiorentino Traversi ha deciso di provare l’IA in ambito giuridico.
Il primo caso esaminato da ChatGPT è stata una truffa contrattuale: Traversi ha chiesto al chatbox di scrivere una difesa per il processo in questione. La risposta è stata “da rimanere senza parole”, fornendo basi “corrette”. Ovviamente non ci si può affidare ancora del tutto a un computer, come spiega Traversi; ma “tra pochissimo” l’intelligenza artificiale “sarà davvero in grado di fornire argomentazioni solide”.
Non si tratterebbe della prima applicazione di un bot in ambito giuridico. Come ricorda la stessa Fanpage, negli USA esiste la compagnia DoNotPay che lavora da anni con le intelligenze artificiali; infatti si presenta come “il primo avvocato robot del mondo”. Lo scorso dicembre DoNotPay aveva mostrato come un bot ChatGPT fosse riuscito a negoziare una bolletta Comcast, facendo risparmiare almeno 120 dollari a uno degli ingegneri di DoNotPay
Ad ogni modo, tornando a Firenze, Traversi ha molta fiducia nelle IA in ambito giuridico. Visto che ChatGPT “non ha pregiudizi o condizionamenti”, esso è immune “dai bias cognitivi”. Per questo motivo se ci sono ancora limiti per il suo utilizzo nel diritto penale (vista la presenza di fatti umani che riguardano emozioni e passioni), il chatbot è molto utile negli ambiti “dove è tutto documentale”, come il “diritto tributario”.
A questo punto potrebbe sorgere una domanda, posta anche da Fanpage: “ChatGPT potrebbe rubare il lavoro a giudici e avvocati?” Secondo Traversi la professione dell’avvocato “dovrebbe sopravvivere”, visto che in molte situazioni la componente umana è fondamentale per dirimere certi casi.
Inoltre “a livello europeo” c’è già una carta etica che regola le IA in ambito giudiziario: la carta riconosce sì “l’opportunità delle nuove tecnologie dell’intelligenza artificiale, ma con la raccomandazione assoluta che ogni decisione non possa essere presa se non sotto il controllo umano”. Insomma, come concludono Fanpage e Traversi, ora come ora non c’è ancora il rischio di vedere in tribunale decisioni automatizzate.
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Fonte: Fanpage