È interessante la proposta fatta dalla Commissione Europea riguardo il garantire a tutti i consumatori il Diritto alla Riparazione per i prodotti acquistati. L’iniziativa si pone diversi obiettivi, a partire da quello di cambiare le carte in tavola in merito alla riparabilità dei prodotti messi in commercio e offerti ai consumatori, che a loro volta dovranno cambiare modo di pensare.
Gli ultimi anni hanno portato le persone ad avere una mentalità “spendacciona“, non intesa come avidità nel comprare le cose, ma come propensione verso il sostituire un dispositivo rotto con uno nuovo, acquistandone un altro o sfruttando la garanzia, piuttosto che tentare di ripararlo. Questo a causa anche dei produttori stessi che realizzano prodotti non predisposti alla riparazione, o la cui riparazione implica una spesa importante.
La Commissione Europea, dopo la proposta di regole per i produttori nel garantire la progettazione di prodotti riparabili, propone ora di rendere viabile la riparazione degli stessi, e renderla un’opzione valida per i consumatori in quello che verrebbe chiamato appunto Diritto alla Riparazione. La vice presidente della Commissione Europea Věra Jourová vuole che questa sia la scelta migliore, che è quella più sostenibile, e da un’alternativa ai consumatori piuttosto che costringerli all’unica soluzione che prevede l’acquisto di un nuovo prodotto che in fin dei conti non ci serve.
I benefici del Diritto alla Riparazione sull’economia e sull’ambiente
Anche un altro vice presidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, si è espresso in merito alla questione, sostenendo che la riparazione sia la strada corretta per mettere fine allo standard dove quello che viene prodotto è “usa, rompi e getta“, cosa che non fa bene all’ambiente, demoralizza le persone e danneggia l’economia. Il discorso si concentra principalmente sui dispositivi elettronici, i più soggetti a rottura e sostituzione con modelli più recenti, ma Timmermans afferma che non ha senso sostituire l’intero dispositivo a causa di un filo malfunzionante o di un chip bruciato.
Con il Diritto alla Riparazione si punta ad avere numerosi benefici sia per quanto riguarda l’ambiente, che per quanto riguarda l’economia. A livello ambientale aiuterebbe molto grazie a meno rifiuti nella forma dei prodotti buttati, meno emissioni nei vari processi, e meno materiali richiesti per la produzione di nuovi beni. In una visione quindicennale, la Commissione Europea stima un risparmio di 18.5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra, 3 milioni di tonnellate di rifiuti, e 1.8 milioni di tonnellate di risorse risparmiate.
Per quanto riguarda l’economia, si prospetterebbe un risparmio sia per i venditori che per i produttori stimato a circa 15.6 miliardi di euro, e gli investimenti subirebbero un aumento che si aggira intorno ai 4.8 miliardi di euro. Per i consumatori dell’Unione Europea invece si parla di risparmi anche più grandi, pari a 176,5 miliardi di euro, ma non solo: la Commissione Europea prevede anche un aumento di posti di lavoro nel campo delle riparazioni.
Fonte: AGI