Victoria Alonso, un’importante dirigente di lunga data di Marvel Studios, ha deciso di lasciare lo studio. La sua esperienza con l’azienda risale ai tempi del primo Iron Man.
Alonso si è unita allo studio nel 2006 come responsabile degli effetti visivi e della postproduzione ed ha contribuito al lancio dell’Universo Cinematografico Marvel come co-produttrice di Iron Man del 2008. Inoltre, ha lavorato come co-produttrice su Iron Man 2 (2010), Thor (2011) e Captain America: The First Avenger (2011). Alonso è stata promossa a produttrice esecutiva su The Avengers (2012), l’iconico film che ha incassato 1,5 miliardi di dollari, portando Marvel a nuove vette e dimostrando che il concetto di un universo cinematografico condiviso poteva funzionare davvero.
Nel 2015, Alonso è stata promossa a vicepresidente esecutivo della produzione e nel 2021 è stata promossa a presidente della produzione fisica, post-produzione, VFX e animazione presso i Marvel Studios. Nel suo ruolo, ha supervisionato tutta la post-produzione dei prodotti Marvel, inclusi i lavori sugli effetti visivi, che sono stati oggetto di critiche ripetute e feroci da parte di professionisti degli effetti visivi.
Il suo addio avviene a seguito delle deludenti prestazioni al botteghino e tra critica e pubblico di Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Victoria Alonso, le critiche e le polemiche
Victoria Alonso è stata molto schietta durante la disputa tra Disney e la Florida riguardo alla legge “Don’t Say Gay“. In quell’occasione aveva infatti detto: “Finché sarò nei Marvel Studios, combatterò affinché tutti possano essere rappresentati“.
In precedenza, Marvel era stata al centro dell’attenzione perché diversi artisti VFX avevano espresso la propria insoddisfazione con lo studio. Si è anche riportato che avessero creato una lista nera per gli artisti VFX del settore e Alonso veniva definita una “kingmaker“. Alla luce dell’uscita di Victoria dall’azienda, Chris Lee, giornalista di Vulture, ha pubblicato una serie di tweet in cui la Alonso viene descritta come la presunta responsabile dell’ambiente di lavoro tossico.
SO many VFX sources have told me Victoria Alonso was singularly responsible for Marvel’s toxic work environment: a kingmaker who rewarded unquestioning fealty with an avalanche of work, but who also maintained the blacklist that kept FX pros wild eyed with fear
— Chris Lee (@__ChrisLee) March 20, 2023
“Tanti professionisti VFX mi hanno detto che Victoria Alonso è stata l’unica responsabile dell’ambiente di lavoro tossico di Marvel: una kingmaker che premiava la fedeltà incondizionata con una valanga di lavoro, ma che manteneva anche la lista nera che teneva gli esperti di effetti speciali spaventati a morte”.
Al netto di queste dichiarazioni, è molto difficile dire quanto c’è di vero in queste accuse. Victoria Alonso, nonostante i 17 anni di militanza e fedeltà nei Marvel Studios, non è sempre stata ben vista e in più di qualche occasione ci sono state lamentele nei suoi confronti. Difficilmente però il tracollo e declino della divisione VFX può essere ricondotto a una sola persona, per quanto in una posizione di comando, e viene spontaneo pensare che il problema sia più diffuso e radicato di quello che si voglia far trapelare e il suo allontanamento sia stata una decisione presa dai vertici Disney per trovare un capro espiatorio a cui addossare tutta la colpa di una gestione traballante dell’industria della post-produzione, già pesantemente provata dagli strascichi della pandemia.
Un altro utente di Twitter, che in passato ha collaborato alla stesura di un libro dei Marvel Studios, ha infatti contestato le dichiarazioni di Lee, affermando praticamente il contrario:
This is just the absolutely opposite of what I’ve heard from every person who has ever worked with her. I’d call it a gross mischaracterization. https://t.co/wSNGp2yR2K
— Joanna Robinson (@jowrotethis) March 20, 2023
“Questa è esattamente l’opposta di ciò che ho sentito da ogni persona che ha mai lavorato con lei. La definirei una grossolana rappresentazione errata”.
Come sempre in questi casi la verità sta nel mezzo, ma noi non la sapremo mai.