Amazon aveva iniziato il suo 2023 con oltre 18000 tagli ai posti di lavoro, soprattutto dagli store e dal settore Devices, Books e People, Experience and Technology (PXT). A quanto pare l’azienda non ha ancora finito, ed è notizia di oggi il fatto che ci saranno ulteriori licenziamenti.
Questo secondo ciclo di licenziamenti vedrà il taglio di altri 9000 posti di lavoro, portando il totale delle persone licenziate dall’azienda nel 2023 a 27 mila persone. L’amministratore delegato Andy Jassy ha annunciato i licenziamenti in una mail inviata ieri al personale. Il nuovo ciclo è dovuto alla conclusione della seconda fase del processo di pianificazione dell’azienda. Amazon continuerà ad assumere personale nelle aree strategiche.
Nella mail Jassy ha spiegato che questi nuovi licenziamenti non sono stati annunciati due mesi fa perché non tutti i team erano riusciti a completare le loro analisi per la fine dell’autunno, e invece che velocizzare il processo di valutazione, hanno preferito condividere queste scelte man mano che le prendevano per dare le informazioni alle persone il prima possibile. Per l’azienda è stata una decisione difficile, ma purtroppo l’ha dovuta prendere per il suo bene a lungo termine, visto anche l’incertezza sul prossimo futuro.
Non solo Amazon: i licenziamenti delle altre aziende big tech
La scorsa settimana anche Meta (azienda proprietaria dei social Instagram e Facebook e dell’app di messaggistica WhatsApp) aveva annunciato il licenziamento di 10 mila dipendenti, che si aggiungevano agli 11 mila annunciati già a novembre.
Purtroppo i dipendenti delle aziende big tech stanno pagando gli errori commessi dalle aziende durante il periodo della pandemia di Coronavirus e le scommesse dei manager che non sono andate a buon fine. Tutti questi licenziamenti non sembrano però aver portato alla riequilibrazione dei conti sperata.
Come annunciato con gli scorsi licenziamenti, Amazon dovrebbe supportare i dipendenti nell’inserimento in un nuovo posto di lavoro, oltre a dargli un’indennità di fine rapporto e un’assicurazione sanitaria transitoria. A novembre l’azienda aveva rivelato le intenzioni di licenziare almeno 10 mila dipendenti, anche se in quel caso era una notizia venuta fuori prematuramente.
Fonte: Il Fatto Quotidiano.