One Piece prosegue con l’arco di Egghead, il quale si sta rivelando essere pieno d’informazioni chiave già in queste prime decine di capitoli. Dal suo inizio abbiamo avuto la possibilità di osservare diverse importanti dichiarazioni riguardanti alcuni dei punti più cruciali della storia, e che sono stati oggetto solo di teorie piuttosto che di rivelazioni concrete.
E a proposito di teorie, non così di rado capita che alcune deduzioni o aspettative dei fan vengano alla fine rivelate esatte; questo è il caso del collegamento con l’aspetto dei Seraphim costruiti da Vegapunk e quello di King, uno dei comandanti di Kaido e della sua ciurma, il quale aveva delle sembianze molto differenti dai personaggi che abbiamo avuto modo d’incontrare finora.
Rivelatosi essere un lunariano, egli ha anche un collegamento profondo con le armi che Vegapunk è riuscito a sviluppare. Questo elemento in realtà era stato scoperto dai lettori già dalla prima apparizione dei cyborg degli Shichibukai, ma solo ora arriva la conferma ufficiale: “Alber”, noto ad oggi come King, è stato il lunariano da cui Vegapunk ha tratto il sangue per realizzare delle macchine da guerra imbattibili.
I lunariani robotici e delle informazioni giunte troppo tardi
Mentre Zoro, Lucci, Luffy e Kaku si trovavano impegnati nella loro lotta infinita con i Seraphim, alla fine sembra che ci sia stato un qualche dettaglio capace di “accendere una lampadina” nella mente di Zoro: gli avversari contro cui stavano combattendo avevano uno stile molto simile, o forse identico a quello che aveva King quando lo spadaccino lo ha affrontato ad Onigashima.
La fiamma sulla sua schiena che non si spegne quasi mai dona al Seraphim, come al lunariano originale, una forza invincibile. Solo entrando nella modalità “veloce” questa fiamma sembra spegnersi, o utilizzando i poteri del Frutto del Diavolo nel caso dei Seraphim. A confermare la verità dietro l’aspetto e la forza dei Seraphim è stato Shaka, il quale deduce come il lunariano sulla quale lo scienziato aveva sperimentato in precedenza e che poi è fuggito fosse allora nella ciurma di Kaido.
Certo, come Zoro ci ha messo davvero troppo tempo per sottolineare queste cruciali somiglianze a King, anche Shaka ha delle sue colpe: lui stesso avrebbe potuto informare i Mugiwara e il CP0 delle debolezze a cui mirare, e degli aspetti alla quale avrebbero dovuto fare attenzione. In questo modo gli avrebbe risparmiato decisamente un bel po’ di fatica, e forse non avrebbe neanche dovuto allontanarsi da loro per poi ritrovarsi in una tragica, fatale situazione.
