Non è un mistero che l’intelligenza artificiale sia l’argomento del momento. Negli scorsi mesi siamo potuti venire a contatto con numerose tipologie di AI, da quelle che generavano immagini in pochi secondi a quelle che invece ci permettono di conoscere qualunque cosa si celi all’interno del web.
Parlandoci chiaro, dunque, ormai tutti noi avremo almeno una vaga idea di cosa sia ChatGPT, Stable Diffusion, Dall-E e tutto il resto. Alcuni scienziati, però, hanno studiato un’intelligenza artificiale che al momento sembra quasi essere uscita da un’opera fantascientifica.
Si tratta di un’AI che è in grado di realizzare visivamente ciò a cui pensiamo, in modo anche piuttosto accurato. Questo tipo di tecnologia è nel bel mezzo di uno studio approfondito presso l’università di Osaka, e si basa sul monitorare l’attività dei cervelli umani. Tutto ciò ha l’obiettivo di capire cosa accade dentro le nostre menti, e potrebbe essere utile anche in campo medico in futuro.
Come funziona
La tecnologia è al momento semplicemente uno strumento di ricerca, e non è disponibile al pubblico. Con essa, si riesce a trasformare in immagini i pensieri delle persone che si sottopongono al test, come dimostrano gli esempi in questo articolo.
Pare che il principale ideale dietro questa invenzione abbia il fine di aiutare la medicina a capire cosa “passi per la testa” dei pazienti affetti da problematiche di tipo cerebrale.
Il modello creato dai ricercatori dell’università di Osaka, nonostante l’incredibile compito, necessita di molti meno parametri rispetto a quelli richiesti da altre AI. Si tratta dunque di uno strumento decisamente più accessibile che però, al momento, è in fase di test. Ma come funziona?
In pratica, pare sia simile al meccanismo che domina le tecnologie che sfruttano Stable Diffusion. I ricercatori hanno insegnato alla loro creazione come allegare le immagini dei macchinari in grado di studiare il cervello ad altre immagini ancora, che sono state già guardate o lette da almeno 10 mila persone diverse costituendo dunque un corposo database.
L’unione della tecnologia di Stable Diffusion e di quella della medicina moderna, hanno permesso di riuscire a riconoscere cosa stavano guardando i soggetti, con un tasso di accuratezza pari all’80%. Ogni giorno che passa, raggiungiamo livelli di avanzamento tecnologico impressionanti in questo campo.
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