Il Comitato Olimpico Internazionale (COI) ha annunciato che organizzerà nel 2023 la serie Olimpica di Esports, segnando la prima volta in cui gli esports saranno inclusi in un evento ufficiale delle Olimpiadi. La serie sarà composta da competizioni di sport virtuali con cinque giochi diversi, ognuno rappresentante una regione diversa del mondo. Le competizioni si svolgeranno da maggio ad agosto 2023, con i vincitori di ciascuna competizione regionale che passeranno alla finale mondiale a Pechino, in Cina, a settembre 2023.
Il COI ha dichiarato che la serie Olimpica di Esports mira ad coinvolgere un pubblico più giovane e promuovere i valori olimpici di eccellenza, rispetto e amicizia. La serie si concentrerà anche sulla promozione del gioco sano e responsabile e sulla promozione dello sviluppo dell’industria degli esports.
Tuttavia, i dettagli annunciati recentemente dal CIO hanno fatto nascere alcune perplessità da parte del pubblico, soprattutto per quanto riguarda i giochi che verranno inseriti all’interno del parco delle discipline disponibili nella sua sezione “esports”. In origine, il CIO aveva dichiarato che i nuovi giochi sarebbero stati “ampiamente disponibili”, includendo sia sport tradizionali che virtuali”.
Titoli non molto adeguati negli esports delle Olimpiadi
Andiamo a vedere i giochi esports confermati per ora:
- Tiro con l’arco (Federazione mondiale di tiro con l’arco, Tic Tac Bow)
- Baseball (World Baseball Softball Confederation, WBSC eBaseball: Power Pros)
- Scacchi (Federazione scacchistica internazionale, Chess.com)
- Ciclismo (UCI, Zwift)
- Danza (World DanceSport Federation, JustDance)
- Motor Sport (Fédération Internationale de l’Automobile, Gran Turismo)
- Vela (World Sailing, Virtual Regatta)
- Taekwondo (taekwondo mondiale, taekwondo virtuale)
- Tennis (Federazione internazionale di tennis, Tennis Clash)
Questi titoli hanno dunque causato una nuova forte discussione nell’industria degli esports, per via di alcune mancanze e criticità presenti nei giochi stessi, come nel caso di Tic-Tac Bow e Tennis Clash. Uno dei più grandi esperti di esports in Italia, Simone Trimarchi, ha parlato sul social di Twitter commentando la scelta recente del Comitato:
“Per chi non lo sapesse è stato da poco annunciato che i videogiochi faranno parte di un evento ai prossimi Giochi Olimpici. La discussione va avanti da anni e finalmente i gamer avranno spazio come gli atleti e i videogiochi la loro dignità!
Ma anche no.”
Sempre Trimarchi ha continuato il thread sotto il suo tweet, affermando come il Comitato abbia “ripetutamente bocciato i tentativi dei VERI videogiochi competitivi, come League of Legends of CSGO, di entrare nel circuito olimpico”. Il motivo dietro ciò sarebbe la violenza in questi giochi, che li rende inadeguati ai valori e principi olimpici.
In aggiunta, un altro problema sarebbe quello delle microtransazioni che oramai infestano i titoli videoludici di stampo competitivo, e che rendono indifendibile l’industria da qualsiasi discussione. Non vi è alcun valore olimpico in un gioco sconosciuto, non bellissimo e che aggiunge anche meccaniche volte ad usare il pay to win come scorciatoia.
Ma secondo alcuni commenti, anche nei giochi selezionati dal CIO e che quindi rispetterebbero questi fantomatici valori ci sarebbero alcune delle criticità sottolineate poc anzi, come nel caso di Tennish Clash. Vedendo alcune recensioni su Google Play, si può verificare infatti come la monetizzazione sia un elemento impossibile da evitare per i giocatori, se vogliono avere qualche chance nell’avanzare all’interno del gioco.