Torniamo a parlare delle vicende riguardanti gli editor di One Piece: da diversi giorni un utente online ci sta rendendo partecipi di alcuni retroscena riguardanti Eiichiro Oda e il suo rapporto con gli editor, specialmente soffermandosi su quest’ultimi e il modo in cui sono andati a gestire il loro lavoro su quest’epocale opera.
Dopotutto, nonostante si parli quasi sempre e solamente del famosissimo mangaka, anche l’operato degli editor alla fine di tutto è un elemento cruciale della buona riuscita di un capitolo. Se così non fosse, difficilmente Oda deciderebbe di cambiare così tanti editor di sua volontà.
I racconti che l’utente sta rilasciando sono frutto di una conferenza avvenuta in Giappone diversi anni fa nel “Grand Talk Show” di One Piece, tenutosi nell’estate del 2017 presso il café ufficiale della serie localizzato all’interno della Tokyo Tower. In quell’evento lo show fu diviso in due parti, di cui una avvenne anche in streaming online, e una solo offline; l’utente in questione è stato tra i partecipanti alla seconda metà.
L’errore che stava per costare molto caro
Dopo averci raccontato di alcuni momenti di “furia” di Eiichiro Oda nei confronti dei suoi editor, e le difficoltà nel rapportarsi con il ritmo serrato del mangaka e delle schedule di One Piece, adesso arriva un nuovo racconto che fa emergere quello che sarebbe stato un incidente di proporzioni epocali per la serie.
Il primo editor di Eiichiro Oda, Asada, prese in carico il manga dal 1997 al 2001. Seppur il manga si trovasse agli inizi, e non fosse ancora così incredibilmente famoso come oggi, esso stava per essere compromesso in modo indelebile a causa di una grave inaccortezza dell’editor.
Egli infatti lasciò per sbaglio in un negozio il manoscritto di Eiichiro Oda, e questa vicenda era ancora più tragica per via di un’importante e categorica regola di Shueisha: un editor viene istantaneamente licenziato se perde i manoscritti di un manga. L’editor si fiondò a tutta velocità nel negozio in cui lo lasciò, e fortunatamente lo trovò ancora lì (non per altro il Giappone è uno di quei luoghi in cui puoi lasciare portafogli, telefoni, qualunque oggetto tecnologico da una parte, nessuno te lo prenderà).
Ricordando questo evento nel 2017, l’editor sostenne come questo sia stato il peggior errore da lui mai commesso, e ciò ha decisamente senso. Chissà che genere di scandalo avrebbe potuto provocare se a quel tempo internet fosse stato come lo è oggi, con la possibilità di diffondere questo genere materiale in maniera istantanea.
E anche se le bozze fossero state prese da qualcuno al tempo, chissà che cosa ne sarebbe stato della serie, considerando che si trattava delle fasi iniziali del manga. Forse sarebbe stata anche profondamente diversa da come la conosciamo oggi.