L’Italia è la patria del doppiaggio e, da decenni, fa scuola in giro per il mondo. Nonostante ci siano ancora molti detrattori di questo tipo di arte, continua a rimanere un’eccellenza del cinema italiano fatta da professionisti ed esperti del settore. Ma questo, però, non ha evitato lo sciopero.
L’ambiente lavorativo negli ultimi anni, non sembra essere tra i più idilliaci. Per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti nazionali, i microfoni delle sale di doppiaggio italiane rimarranno chiusi fino al 28 febbraio.
Ovviamente questo porterà a conseguenze per quanto riguarda la distribuzione di film e prodotti in streaming che verranno, in questo lasso di tempo, rilasciati in lingua originale con i sottotitoli in italiano.
La protesta dei doppiatori: “Retribuzioni ferme a 15 anni fa”
Insomma, uno sciopero che, nonostante stia facendo storcere il naso a molti, ha come obiettivo puntare l’attenzione del paese su questo settore. L’aumento dei corsi di doppiaggio negli ultimi anni non è altro che conseguenza di una industria che paga poco e tardi.
La protesta è stata avanzata dai sindacati quando, lo scorso 17 febbraio, è stato messo in evidenza il deterioramento sempre maggiore dei rapporti tra mondo dell’audiovisivo e lo stato Italiano. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere il rinnovo del contratto nazionale.
Le trattative sembra vadano avanti da mesi in maniera inconcludente e senza raggiungere un punto comune con costanti tentativi delle controparti di guadagnare tempo ritardando i compensi di tantissimi professionisti del settore.
Il contratto di retribuzione dei doppiatori, secondo quanto dichiarato, sarebbe fermo a ben 15 anni fa, senza tenere effettivamente conto dell’aumento spropositato delle produzioni negli ultimi anni e il successivo incremento dei turni di lavoro.
Pare, infatti, che molti siano sottoposti a turni di doppiaggio ad altissima frequenza senza minima cura ne della qualità del prodotto che si sta cercando di realizzare ne delle condizioni in cui operano i doppiatori.
Un modo per rendersi indispensabili?
Lo sciopero, indetto dal 21 al 28 febbraio, fermerà quasi totalmente il mondo del doppiaggio italiano. La questione è salita alla ribalta dopo che volti notissimi del doppiaggio italiano come Alex Polidori e Domitilla D’Amico, si sono schierati pubblicamente a favore di questa scelta del sindacato.
L’arretratezza dei contratti è stata fortemente criticata anche dall’Anad, l’ Associazione nazionale attrici e attori doppiatori, che si è esposta sulla questione: ” Le normative non tengono conto di quanto e come il mercato dell’intrattenimento dell’audiovisivo è cambiato negli ultimi 10 anni” ha commentato il presidente.
“Senza tutela per quanto riguarda la cessione dei diritti che mette quotidianamente a repentaglio l’intero settore, alimentando i rischi di un uso improprio dell’Intelligenza Artificiale” ha concluso, mettendo al centro una delle tematiche più complesse che negli ultimi mesi sta toccando il mondo del doppiaggio.
Mentre l’Intelligenza Artificiale sta conquistando sempre più terreno in molti ambiti, lo sciopero indetto dai doppiatori sembra anche un modo per far capire che il mondo del cinema ha ancora bisogno di loro e che nessuna tecnologia, in futuro, riuscirà a garantire lo stesso livello di qualità.