Chi ricorda Harambe? Era il 2016 quando il nome e il volto del gorilla avevano ormai conquistato tutto il web con la sua triste storia. Le sue vicende erano rimbalzate ovunque su internet, e ciò che coinvolse l’animale aprì innumerevoli dibattiti sulla cattività degli animali e costrinse ad affrontare anche importanti questioni di tipo etico.
Harambe era stato ucciso al Cincinnati Zoo, negli Stati Uniti, dopo che un bambino di 3 anni era caduto nella sua area a causa di una distrazione della madre. Il gorilla aveva preso il bambino trascinandolo nell’area principale della fossa, dove gli specialisti del zoo hanno deciso di uccidere Harambe per evitare di mettere in pericolo il bambino.
La decisione del Cincinnati Zoo ha provocato una forte reazione da parte del pubblico e una discussione pubblica sul ruolo dei parchi zoologici e sulla giustezza dell’uccisione del gorilla. L’evento ha anche generato una grande quantità di meme e popolarità su Internet, con persone che creavano immagini e video in onore di Harambe e della sua morte. Inoltre, qui in Italia, si è discusso seriamente sulla possibilità d’intitolargli un ponte. Ve lo ricordate?
La storia del ponte di Bari
Era quasi l’autunno del 2016, e un comune di Bari si preparava a scegliere il nome per il nuovo super ponte che era sorto sull’Asse Nord Sud. Più di 200 nomi furono presentati, e per l’allora sindaco Decaro il verdetto finale sarebbe spettato al web. In particolare, il sindaco ci teneva ad avere per il ponte un nome che rappresentasse i baresi, la storia e le radici di Bari.
Come succede spesso quando si chiede all’internet della serietà, la proposta lanciata in campo già nel primo giorno di sondaggio aveva dato le prime sorprese. Infatti, il nome di Harambe era arrivato in poche ore tra i primi risultati del sondaggio e contava almeno 75mila preferenze.
Ad oggi, il ponte è ormai conosciuto come Ponte Adriatico, ma ciò che è stato in grado di fare l’internet è comunque impressionante: il sondaggio ha avuto un’assidua partecipazione, perché l’idea di contribuire al meme del decennio era un’opportunità troppo ghiotta per lasciarsela scappare.
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