A partire dalla prossima settimana probabilmente riceveremo un importante annuncio/conferma da parte di Eiichiro Oda riguardo chi si occuperà di aiutarlo nel gestire One Piece. Dopo essere stato anticipato dall’autore stesso nelle recenti pagine di Shonen Jump, il nuovo editor del manga s’insedierà ufficialmente.
Non sono stati fatti ancora degli annunci stampa che potessero introdurlo in modo appropriato, e per adesso conosciamo solo una minima parte del suo nome e della sua familiarità con l’azienda Shueisha. Detto ciò, è normale per Eiichiro Oda avere degli editor “giovani e inesperti”, che possano guidarlo verso una scrittura permanentemente fresca e non viziarla da possibili credenze datate.
La vita degli editor di Eiichiro Oda, però, non è affatto rosa e fiori: come per altri manga, anche nel caso di One Piece capita piuttosto spesso di cambiare editor dopo 2 o 3 anni, e chiunque dovrà trovarsi a raccogliere quel ruolo dovrà anche far fronte alla necessità di doversi confrontare con autori “giganti”, ormai vere e proprie celebrità che decidono da sé il percorso della loro opera.
Come lavora un editor di Oda
Grazie al noto utente Twitter Sandman scopriamo altri nuovi retroscena riguardanti gli editor passati di Eiichiro Oda, e la particolare “relazione” che viene costruita tra i due per via dei loro rispettivi ruoli. Nello specifico, Sandman parla di Naoki Kawashima, il quale ebbe l’onore e l’onere di fare da editor di One Piece tra il 2005 e il 2007, lavorando principalmente alla saga di Ennies Lobby e arrivando fino alla fine della stessa.
Secondo le parole dell’utente, gli editor di Oda non devono perdersi per nessuna ragione al mondo le telefonate da parte di Eiichiro Oda, altrimenti dovranno sentire la sua ira. Per questo motivo, quando vanno a dormire tengono il loro telefono appoggiato sul petto. Inoltre, nel 2017 un editor confessò di aver sofferto di una sindrome “da vibrazione fantasma”, dove sembrava come se il suo telefono stesse vibrando anche quando ciò non era il caso.
Sandman aggiunge come la prima volta che l’editor Kawashima incontrò l’autore di One Piece, quest’ultimo gli disse di “essere pronto a morire per One Piece!”. A quelle parole, Kawashima ne rimase scioccato, ma anche impressionato dall’enorme dedizione di Oda per la sua opera. L’autore inoltre aggiunse: “se distruggerai la tua salute per via del troppo lavoro, mi prenderò cura io della tua famiglia economicamente”.
Per quanto quest’argomentazione non suoni troppo etica lavorativamente parlando, si tratta di una realtà piuttosto comune tra gli editor della rivista di Shueisha (ma non per quanto riguarda i posti di lavoro in generale in Giappone). Sempre Sandman spiega ad un utente perplesso di aver visto in TV diversi anni fa un editor di Jump che spiegava di essere così tanto impegnato da non poter tornare a casa, trovandosi così a dover dormire sotto la sua scrivania.