Finalmente dopo due anni d’attesa è arrivato la tanto anticipata parte 9 de Le Bizzarre Avventure di JoJo, denominata “The JoJoLands”. Hirohiko Araki si è preparato in questi mesi a presentarci la storia e i personaggi, e nelle ultime settimane abbiamo potuto anche assistere alla campagna promozionale del manga.
Con diverse anticipazioni sull’ambientazione, il personaggio protagonista e il resto del cast che avrà modo di ottenere il proprio momento di gloria, arriviamo infine al primo capitolo con una grande voglia di scoprire cosa l’autore avrà in serbo per i lettori.
I traduttori amatoriali della serie si sono operati già diverse ore prima per poter rilasciare il capitolo tradotto in contemporanea all’uscita ufficiale, consentendo così ai fan di leggerlo subito e dare le proprie impressioni. Tuttavia, tra le varie reazioni di estasi e sorpresa, c’è stata anche una sorta di polemica inerente uno dei personaggi introdotti.
La polemica su un Joestar
Iniziamo prima di tutto a stabilire un avvertimento importante: nelle prossime righe potreste incorrere in degli spoiler sul primo capitolo di The JoJoLands, dunque se non volete scoprire nulla fino a quando non avrete modo di leggerlo, vi suggeriamo di non proseguire oltre.
Detto ciò, passiamo al succo della questione: The JoJoLands ci presenta sin dall’inizio il protagonista della storia, Jodio Joestar, il quale si trova in auto con un membro della sua famiglia presentato poche pagine più avanti. Quest’ultimo personaggio è anche quello che ha più fatto discutere i lettori nelle ultime ore: si tratta infatti del fratello diciottenne di Jodio, “Dragona Joestar”, il quale possiede in realtà delle fattezze che sin da subito hanno portato a pensare che si trattasse di una donna.
Dragona ha delle passioni particolarmente intense per il mondo fashion femminile, lavora in una botique, ha un modo di parlare che mostra molta femminilità, e il suo modo di vestire lo porta ad essere riconosciuto come una donna agli occhi delle persone.
Tuttavia, dal modo in cui Jodio lo descrive nella versione giapponese chiamandolo “ani”, ovvero “fratello maggiore”, e dal modo in cui Dragona stesso si riferisce alla sua persona, l’idea che il personaggio in questione sia un uomo non può essere del tutto negata.
In questo contesto, si sono create molte discussioni sul reale genere di Dragona Joestar: molti fan hanno pensato che il personaggio sia il modo di Araki nel rappresentare la community LGBTQ+, la quale ha preso un’importanza piuttosto rilevante nei discorsi politici e sociali di questi ultimi anni, e che quindi dovrebbe essere presente anche nell’ambientazione in cui si svolge The JoJoLands.
Tuttavia, anche se l’ambiguità del genere (o del sesso) di Dragona è stata disegnata di proposito da Araki, la verità in realtà è un’altra, e molto più profonda e legata alla cultura hawaiana tradizionale. In essa possiamo conoscere i “mahu”, termine usato per descrivere una persona che si identifica come appartenente a un genere o identità di genere diversa da quella tradizionalmente associata al sesso biologico.
Il termine “mahu” è un’antica parola hawaiana che originariamente si riferiva a persone che svolgevano lavori associati a entrambi i generi, come ad esempio il lavoro di sarto. Nella cultura tradizionale, essi erano spesso accettati e rispettati per le loro abilità e competenze, occupando ruoli importanti nella società come ad esempio sacerdoti, guaritori o consiglieri.
Quando è però giunta la colonizzazione europea e l’influenza del cristianesimo, la cultura hawaiana è stata soppressa e i mahu sono stati emarginati e spesso perseguitati.
L’importanza di un mahu e la differenza con una persona transgender
È importante comprendere che la cultura hawaiana ha una concezione molto diversa del genere rispetto alla cultura occidentale. Nella cultura hawaiana tradizionale, il genere non era necessariamente definito dal sesso biologico, ma piuttosto era visto come una combinazione di caratteristiche fisiche, emotive, spirituali e sociali. I mahu erano considerati un terzo genere, un’identità di genere distinta che non corrispondeva né all’uomo né alla donna.
Per questo motivo, la persona che viene identificata come mahu nella cultura hawaiana non può essere considerata necessariamente una persona transessuale, ovvero una persona che si identifica con un genere diverso dal proprio sesso biologico. La loro identità di genere non si basa esclusivamente sulla loro esperienza personale di non appartenere al genere assegnato al loro sesso biologico, ma è radicata in una concezione più ampia e complessa del genere all’interno della cultura hawaiana.
Inoltre, è importante ricordare che i mahu sono una parte importante e rispettata della cultura hawaiana tradizionale, e che la loro identità di genere è stata accettata e rispettata nella società hawaiana per secoli. Quindi, anche se il termine mahu può essere paragonato a quello di una persona transessuale in alcune culture occidentali, nella cultura hawaiana tradizionale ci sono importanti differenze culturali e concettuali che ne fanno un’identità di genere distinta e unica.
