La AI possono essere di grande aiuto nei lavori di tutti i giorni, e ChatGPT lo sta dimostrando di continuo: l’ultimo grande progetto di OpenAI, conosciuta anche per essere responsabile dello sviluppo di DALL-E, sta diventando uno strumento non più di semplice diletto per gli utenti, ma a volte un vero e proprio alleato nel proprio mestiere.
Dai giornalisti che utilizzano l’intelligenza artificiale per scrivere articoli, fino ad arrivare a essere integrato nel motore di ricerca di Bing da Microsoft, il colosso tecnologico americano. Ma non solo: il chatbot può avere anche altri utilizzi con un po’ di fantasia, e lo ha dimostrato Viktor Csanadi: un prete ungherese che l’ha sfruttato per una sua omelia.
Il prete, che fa il parroco in un piccolo bordo sulle sponde del Danubio, ha provato infatti ad affidare al chatbot il compito di creare per lui una predica da dire nella sua prossima messa, e il risultato è stato da lui definito, secondo quanto dicono le fonti, “spaventoso e affascinante” e affascinante allo stesso tempo. Il prete si è anche sorpreso della rapidità con cui è stata generata l’omelia.
L’omelia dell’intelligenza artificiale
Il borgo di sole 1200 anime in questione si chiama Domos, si trova nell’ovest del paese e il parroco opera in una chiesa millenaria. È proprio all’interno di questo luogo sacro che ha deciso di utilizzare l’omelia generata da ChatGPT per la sua messa domenicale.
Di seguito, una piccola parte dell’omelia generata in una manciata di secondi:
“Cari fratelli e sorelle nel Signore!
Oggi ci riuniamo con gioia per glorificare Dio e ascoltare il suo messaggio. Ti preghiamo di aprire i nostri cuori e le nostre menti in modo che possiamo comprendere meglio ciò che Dio ha voluto dirci oggi. Dio può scegliere chiunque per trasmettere i suoi messaggi, indipendentemente dai nostri errori passati o dai limiti presenti.
Il Signore sceglie le persone per portare il suo messaggio secondo la sua volontà e non in base ai nostri giudizi. Secondo la Bibbia, Davide era l’uomo meno adatto al titolo di re, ma fu comunque scelto da Dio per essere il re del popolo ebraico.
Sembra una comune predica piuttosto generica, e difatti i fedeli non sembrano essersi accorti di alcuna differenza rispetto alle solite omelie. Alcuni esponenti ecclesiastici, però, non hanno mancato di esprimere le loro perplessità. Katalin Lukacsi, ex deputata cattolica che si oppone con fermezza alla religiosità superficiale, ha detto che quelle del chatbot suonano come parole vuote e mancanti di profondità.
Secondo lei, inoltre, bisognerebbe imporre alle intelligenze artificiali dei “territori” a loro vietati, e nei quali non dovrebbero mai addentrarsi.