From the Red Fog (Akai Kiri no Naka kara/紅い霧の中から in lingua originale) è uno dei nuovi manga che vanno ad arricchire il già imponente repertorio di Star Comics, iconica casa editrice nostrana.
L’opera, scritta ed illustrata da Mosae Nohara, al suo primo vero e proprio progetto nel mondo dell’editoria nipponica, si è già conclusa in madrepatria. Con all’attivo 5 volumi e 25 capitoli, From the Red Frog è stato pubblicato tra le pagine della rivista mensile GFantasy di casa Square Enix dal Maggio 2020 al Luglio 2022.
Questo nuovo titolo è disponibile in Italia dal 25 Gennaio 2023 grazie a Star Comics in formato 12.8×18, brossurato e con sovracoperta. La casa editrice inoltre fornisce sul proprio sito ufficiale questa semplice e diretta sinossi per promuoverne l’uscita:
Nell’Inghilterra di fine diciannovesimo secolo, Ruwanda è il figlio adolescente di una feroce serial killer. Cresciuto per anni confinato nel seminterrato di casa e sottoposto a indicibili torture fisiche e psicologiche, in seguito a una serie di vicissitudini si ritrova accolto in un orfanotrofio, circondato da adulti attenti e amorevoli e coetanei vivaci e amichevoli. L’inizio di una nuova vita? O l’inizio del risveglio del… sangue di famiglia?
Un manga action straordinariamente dark, con un protagonista oscuro e controverso come non se ne erano mai visti prima.
Uno sguardo alle vicende [ALLERTA SPOILER]
La sinossi previamente riportata è il vero e proprio incipit di questo primo volume di From the Red Fog; gli eventi citati infatti avvengono tutti all’interno del primo capitolo, il quale non si perde in preamboli e catapulta immediatamente il lettore all’interno delle vicende.
Per quanto fosse pubblicato su una rivista shonen, quest’opera sin da subito si distingue per essere estremamente cruenta, truculenta, gore e (in particolar modo) edgy per il semplice gusto di esserlo.
Il nostro protagonista Ruwanda, dopo aver assistito all’omicidio di sua madre, fugge dalla dimora dove veniva sottoposto ad un trattamento severo per instillargli la personalità e l’istinto di un feroce assassino e si ritrova per la prima volta in un luogo affollato, ovvero la piazza centrale di una cittadina poco distante.
I dettami della madre, ciononostante, si sono ormai consolidati nel suo animo ed invece che provare felicità per la sua fuga e la voglia di ricominciare da capo, Ruwanda non riesce a far altro che pensare alle innumerevoli maniere con le quali potrebbe uccidere tutte le persone che gli passano attorno.
Abituato al trattamento impartitogli sin dalla tenera età, egli è quindi incapace di procurarsi del cibo per conto proprio. Accetta, di conseguenza, la proposta di offrigli un piatto caldo da parte di un anziano signore. Quest’ultimo in realtà aveva solo intenzione di abusare sessualmente del ragazzino; abuso al quale il protagonista non oppone resistenza a patto di poter mettere qualcosa sotto i denti.
Una volta recuperate le forze però non si pone alcuna remora nel trucidarlo, ritornando da lì a poco a girovagare per le strade della città.
È qui che Ruwanda incontra Will, il proprietario di un orfanotrofio costruito in seguito alla guerra, il quale lo invita ad entrare a far parte della famiglia con la speranza di potergli donare un futuro migliore.
Il nostro protagonista, tuttavia, è un serial killer con le rotelle fuori posto e non appena mette piede all’interno della struttura, escogita una maniera per uccidere tutte le persone all’interno di essa e successivamente passa all’azione, togliendo la vita ad una dozzina abbondante di individui tra personale dell’orfanotrofio ed altri bambini.
Le vicende, come abbiamo constatato, passano da 0 a 100 nell’arco delle prime 5 pagine del capitolo introduttivo, ponendo un protagonista che per personalità appare molto simile, per esempio, a Yuno Gasai di Mirai Nikki o Tanya di Youjo Senki, ovvero quella tipologia di personaggio con le rotelle fuori posto e che prova un perverso piacere nei confronti della violenza fine a se stessa. Senza una vera e propria esplorazione del suo passato, almeno per il momento, Ruwanda appare sin da subito come un personaggio generico e con il quale risulta estremamente difficile empatizzare.
La storia di From the Red Fog prosegue nel secondo capitolo con un time skip di tre mesi al cui interno il nostro protagonista è fuggito dalla città nella quale ha compiuto le nefandezze previamente menzionate e ha trovato rifugio a casa di una lontana parente in un’isolata area di campagna. Qui Ruwanda fa la conoscenza di una sua coetanea chiamata Macalo, la quale a sua volta ha una predilezione verso la violenza e si diletta ad uccidere gli animali per poi seppellirli personalmente. L’incontro con questa ragazza sembra porre le basi di un personaggio duraturo all’interno della narrativa ma, almeno sotto questo punto di vista, il nuovo manga di Star Comics è meno prevedibile di quanto si possa pensare.
Difatti, di lì a poco, Ruwanda verrà ingaggiato da un certo Mr.Midwinter, il quale necessita del “talento” del ragazzo per una missione molto delicata. Egli è incaricato, con licenza di uccidere, di rubare dalle mani di una prestigiosa famiglia un’ampolla contenente una sostanza sconosciuta.
Tale famiglia è proprio quella di Macalo ed i suoi genitori, come volevasi dimostrare, sono a loro volta dei perversi sadici che provano piacere nel torturare ragazzini inermi fino a fargli supplicare di essere uccisi.
La coppia riesce ad incastrare Ruwanda e portarlo nella propria camera delle torture, ma il ragazzo riesce a divincolarsi e dare loro il ben servito, per poi procedere nel fornire lo stesso trattamento anche a Macalo, squartandole la gola.
Riportata l’ampolla a Midwinter, Ruwanda fa la conoscenza degli altri killer che lavorano sotto i diretti ordini del nobiluomo tra cui spicca Ivan, un ragazzino su per giù coetaneo del nostro protagonista il quale svolge quel mestiere mosso dalla pura e semplice cupidigia.
I due ragazzi hanno personalità agli antipodi, nonché motivazioni del tutto opposte, e spesso finiscono per azzuffarsi ed in uno di questi casi Ruwanda è quasi sul punto di ucciderlo prima di essere fermato dagli altri membri della banda.
Risolta la situazione, i due si ritrovano in una convivenza forzata nella quale saranno costretti a collaborare per le missioni a venire.
Ivan, come detto poc’anzi, agisce solo dietro un lauto compenso ed il denaro è la sua unica benzina; egli difatti ha come obiettivo principale quello di diventare abbastanza ricco da poter cambiare questa società che consente ai ricchi di trattare come vermi chiunque stia sotto nella scala gerarchica. Ruwanda, invece, mosso solo dalla sua perversa sete di sangue, rivela di avere un unico obiettivo: incontrare di nuovo sua madre, che sostiene non possa esser morta per così poco.
Considerazioni sul primo volume di From the Red Fog
Si chiude così il primo volume di From the Red Fog di Star Comics, un’opera che nel suo primo albo presenta innumerevoli difetti, poca originalità e delle tematiche molto superficiali.
Come detto nei paragrafi precedenti, Ruwanda risulta essere una macchietta stereotipata con la quale è estremamente difficile empatizzare, mentre tutti i personaggi secondari escono di scena troppo frettolosamente per poter suscitare attenzione nel lettore.
La narrazione è fin troppo veloce, con innumerevoli eventi che si susseguono nell’arco di pochissime tavole senza mai venire esplorati in maniera approfondita, creando così una trama orizzontale molto superficiale e con pochi spunti degni di nota.
Ognuno di questi primi tre capitoli di From the Red Fog si può riassumere così: introduzione -> breve riassunto degli eventi passati -> introduzione di nuovi personaggi -> carneficina.
Per quanto riguarda il lato artistico di From the Red Fog, tuttavia, il lavoro di Mosae Nohara è molto gradevole. Per quanto non presenti un paneling particolarmente complesso o ispirato, il tratto, alle volte ruvido mentre in altre morbido e all’apparenza acquarellato, è uno dei punti di forza del nuovo fumetto di casa Star Comics. Il design dei personaggi è relativamente generico ma allo stesso tempo diversificato e ricco di dettagli perfettamente contestualizzati all’epoca nella quale vengono narrati gli eventi.
Insomma, se sono di proprio gradimento quel tipo di opere “over the top” pregne di azione e violenza (spesso fine a se stessa) a discapito di una narrazione complessa e coesa, condite da un comparto tecnico degno di nota, From the Red Fog può risultare una lettura leggera e divertente.
Al contrario, se in un manga si cerca un minimo di profondità e caratterizzazione dei personaggi, questo primo volume non sembra porre le basi per uno sviluppo concreto in quella direzione.
