Il canone Rai è sempre stato un tallone d’Achille per molti politici italiani. Chi lo allegò insieme alla bolletta della luce venne odiato, e tutti i successivi governi che provarono, o perlomeno promisero, di rimuoverlo non riuscirono nell’intento.
Il pagamento del canone, che ha origini giuridiche lontanissime, essendo stato istituito da un regio decreto-legge nel lontano 1938, non è in teoria legato alla sola Rai.
Infatti, la legge impone che chiunque possieda nella propria casa “uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni (ovvero i programmi televisivi) è obbligato al pagamento del canone”. Tuttavia, malgrado l’obbligo di legge, il canone Rai è una delle tasse più evase d’Italia, con un tasso di evasione stimato al 27 per cento.
Proprio per contrastare questo fenomeno Matteo Renzi, Presidente del Consiglio a fine 2015, stabilì che il canone Rai dovesse essere pagato insieme alla bolletta della luce, aggiungendo così un costo di 113 euro all’anno.
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Il canone Rai, la proposta del Ministro Giorgetti e l’appoggio dell’Unione Europea
Tra i sostenitori principali della separazione del canone Rai dalla bolletta della luce troviamo in primis l’Unione Europea, che ha più volte chiesto ai vari Governi italiani di cancellare gli oneri impropri dal pagamento della luce.
E ora, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che, a partire dal 2024, slegherà il pagamento del canone con quello della bolletta.
Durante un evento elettorale leghista a Roma, infatti, il Ministro ha dichiarato:
“Quest’anno io mi sono preso la responsabilità enorme, e ho preso un sacco di critiche chiaramente da tutti, perché siamo arrivati ed è rimasto in bolletta, se no saltava tutto, ma diventa chiaro che dalla bolletta il canone Rai dovrà uscire e quindi l’anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento”.
A chiedere a gran voce la proposta di divorzio del canone Rai dai costi dell’energia troviamo anche Altroconsumo, che già nel 2022 dichiarava:
“Inserire voci di costo aggiuntive nelle bollette non fa che rendere poco chiaro l’effettivo importo che paga l’utente per l’utilizzo dell’energia.
Come avviene per i cosiddetti oneri di sistema sui quali è intervenuta anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato”.
Fonte: Corriere della Sera.
