La risposta da parte di Google a ChatGPT è arrivata: si chiama Bard.
Sundar Pichai, l’amministratore delegato di Alphabet, lo ha annunciato ufficialmente con un post dopo che, nei giorni scorsi, varie voci hanno rivelato i piani dell’azienda nel campo dell’IA. Molti sono rimasti delusi dalla notizia, poiché l’azienda ha annunciato nel medesimo post che, almeno per ora, il servizio non sarà disponibile per il pubblico, ma bensì affidato a dei tester selezionati.
Pichai però ha aggiunto che: “Bard sarà più ampiamente disponibile al pubblico nelle prossime settimane“. Si nota come Google sia molto cauta a rivelare un sistema così complesso e così fallace.
Bard e l’intelligenza artificiale di Google
Sundar Pichai e Jeff Dean, che è il capo della divisione di intelligenza artificiale di Google, hanno tenuto a bada l’impazienza di alcuni dipendenti, o perlomeno quelli convinti che l’azienda avrebbe dovuto rispondere il prima possibile a ChatGpt e alla società che l’ha sviluppata, Open AI.
Pichai e Dean, alle richieste dei dipendenti di sviluppare al più presto una tecnologia rivale, hanno risposto che Google deve per forza andarci con i piedi di piombo per mantenere integra la propria reputazione aziendale, perché se qualcosa fosse andato storto, avrebbe pagato un prezzo maggiore rispetto a OpenAI.
“Le persone si fidano delle risposte che ottengono da Google“, aveva detto Jeff Dean, lasciando intendere che i possibili errori dati da disinformazione o linguaggio razzista o violento dell’IA, avrebbero danneggiato la loro reputazione. D’altronde l’azienda è sempre stata nota per la sua buona condotta, e la sua brand identity è stata sempre positiva come testimonia il loro motto “Don’t be evil”.
Dean ha affermato:
“Con Bard, cerchiamo di combinare l’ampiezza della conoscenza mondiale con l’intelligenza, la potenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici. Bard utilizza le informazioni presenti sul web per fornire risposte aggiornate e di alta qualità. Può essere uno strumento per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità: per esempio, aiutando a spiegare a un bambino o una bambina di 9 anni le nuove scoperte del telescopio spaziale James Webb della NASA, o per saperne di più sui migliori attaccanti di calcio in questo momento, o per ottenere consigli su come migliorare le proprie competenze”.
Pichai ha rivelato che Bard utilizzerà una versione semplificata di LaMDA, il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Google per consentire a una macchina di conversare in modo ‘naturale’ con un essere umano.
“Questo modello richiede una potenza di calcolo significativamente inferiore, consentendoci di aprirlo a più persone e ricevere così più commenti e suggerimenti. Combineremo i suggerimenti degli utenti con i nostri test interni per assicurarci che le risposte di Bard soddisfino un livello elevato di qualità, sicurezza e fondatezza delle informazioni del mondo. Questa fase di test, di cui siamo entusiasti, ci permetterà di continuare a migliorare la qualità e la velocità di Bard”.
Annunciando Bard, Google si prepara a rivoluzionare il modo in cui si effettuano le ricerche sul web. Il business principale di Alphabet rischia di rallentare per colpa dei competitor come Microsoft, che vuole cercare di migliorare il suo motore di ricerca, Bing, usando l’IA di ChatGpt per generare risposte che siano migliori e più discorsive.
Pichai aggiunge che sempre più persone che fanno ricerche su Google, non cercano domande brevi e fattuali, ma fanno ricerche più articolate e difficili da decifrare dall’algoritmo del motore di ricerca.
“L’intelligenza artificiale può essere utile in questi momenti, perché sintetizza una serie di idee là dove a una domanda non corrisponde una sola risposta giusta. Presto saranno disponibili nella Ricerca Google nuove funzioni basate sull’IA che distillano in un formato semplice informazioni complesse e prospettive multiple, così da permettere di farsi rapidamente un quadro generale e scoprire di più grazie al web”.