Del Giappone non sempre ne parlava bene, ma ne parlava: Skytg24 riporta come il giornalista Pio D’Emilia, uno dei corrispondenti più noti del telegiornale, sia morto in queste ore all’età di 68 anni.
Egli viveva da moltissimo tempo in Giappone, a Tokyo, e ha prestato la sua penna per quotidiani di diversa importanza e lingua come l’Espresso, il Manifesto, Tokyo Shinbun e Japan Focus.
Il giornalista, definito un grande esperto di Asia, è morto a Tokyo a 68 anni dopo aver formato quella che è stata un’esperienza di numerosi anni nel mondo del giornalismo orientale, tanto da far definire lui stesso come un uno yamatologo.
Pio D’Emilia e la vita in Giappone
Arrivò da giovane in Asia, grazie a una borsa di studio per studiare la procedura penale comparata. Egli ha spesso raccontato di essere rimasto “stregato” dal Giappone, ed è qui che ha avuto la possibilità di stabilirsi e poter riportare le notizie più importanti e significative che avvenivano sul suolo del Sol Levante, o dei paesi ad esso adiacenti.
Dal 2005 si è unito alla squadra di Skytg24, raccontando il tifone Hayan nelle Filippine, la crisi nucleare in Corea del Nord, gli scontri in Birmania e in Tibet e l’incidente nucleare di Fukushima.
Arrivano già i primi messaggi di cordoglio da parte dei personaggi politici, tra cui possiamo osservare quello del segretario del PD Enrico Letta e quello di Ignazio Corrao, parlamentare europeo dei Verdi:
“Piango la scomparsa di Pio d’Emilia, gran giornalista, esperto di Giappone e di Oriente come pochi altri. Un abbraccio a tutti coloro che ti hanno voluto bene, Pio! Che tristezza”
“Lo conosco praticamente da quando sono nato, per me era una sorta di zio, uno di quelli che fanno sentire la propria presenza pur non essendoci. È stato un onore incrociare il tuo cammino Pio, che la terra ti sia lieve”.
Skytg24, nel messaggio di cordoglio della redazione, lo descrive così:
“Era divertente, ironico, scanzonato e permaloso al tempo stesso, ma così vitale da minimizzare i problemi di salute che lo accompagnavano da un po’ e che non gli hanno mai impedito di continuare a fare ciò che amava di più: il giornalista.
Non esisteva un Pio diverso dal giornalista: memorabile la sua inchiesta/racconto “Mini size me, la svolta di Pio”, il documentario con cui mostrò la sua strada verso una vita più sana documentando il rapporto tra l’alimentazione e la salute”
Dopo decenni di carriera in questo giornale, possiamo sentire il caldo affetto da parte dello staff e dei colleghi, che infine lo salutano con grande dolore.
“Non c’è un solo collega di Sky TG24, in questi 20 anni, che non abbia avuto un vissuto con lui. Dai direttori che si sono avvicendati e che oggi lo piangono con affetto e stima, a tutti i lavoratori della nostra testata, giornalisti e non.
La sua perdita ci lascia senza parole, con una tristezza profonda, con il magone di non aver potuto dirgli per l’ultima volta una qualsiasi cosa, di non avergli lasciato l’ultima parola di una conversazione, come accadeva sempre. Ci mancherà, ci manca già. “