Perdere qualcuno non è mai facile e non esiste una maniera unica per reagire alla perdita o affrontare il lutto. Perdere una persona a noi preziosa, però, talvolta può aiutarci a intraprendere un viaggio alla ricerca di se stessi, portandoci talvolta anche a ricostruire un nuovo “io”, un io migliore, a partire dalle macerie di ciò che la perdita ha lasciato dietro di sé. Hiraeth – L’Ultimo Viaggio, affronta questo e tantissimi altri temi, mescolandoli assieme per dare vita ad una storia toccante, profonda e soprattutto tremendamente, spaventosamente viva.
La protagonista è Mika, una giovane studentessa che ha appena subito un pesantissimo lutto: la sua migliore amica è morta e per questo la ragazza sembra aver perso ogni volontà di vivere, l’unico desiderio rimastole è quello di morire per poterla raggiungere. Proprio nelle prime pagine del volume Mika tenterà di togliersi la vita e verrà salvata da Hibino e Argy, due misteriosi individui che conosceremo meglio nel corso della storia.
Argy è una divinità che si avvia verso la fine della sua vita: nessuno crede più in lui e, per questo, si sta dirigendo a morire. Hibino, invece, è un immortale dal comportamento estremamente borderline che sembra non prendere mai nulla seriamente. Ha avuto numerosi partner, tuttavia li ha sempre lasciati tutti prima che le cose diventassero troppo serie e porta con sé un taccuino in cui annota diversi pensieri sulle persone che incontra lungo il proprio cammino. In questo modo, spiega nel corso della storia, pur essendo un immortale ricorderà per sempre chi gli è stato accanto. I tre, desiderosi di morire, intraprenderanno un viaggio: l’ultimo viaggio della loro vita.
Nel corso del loro percorso verso il regno dei morti incontreranno diversi individui e soprattutto matureranno, trasformando un viaggio verso la morte in un viaggio alla scoperta di loro stessi. E quando arriveranno a destinazione non saranno più le stesse persone: Mika, per prima, termina il proprio percorso più consapevole di se stessa e di ciò che significhi veramente vivere. Anche Hibino, prima così ossessionato all’idea di morire, dimostrerà una maturità che non ci saremo mai aspettati da lui.
Dire di più della trama di Hiraeth sarebbe sinceramente superfluo e rischierebbe di rovinarvi la scoperta di questa opera che, nel giro di soli tre volumi, sarà in grado di arricchirvi più di quanto possiate pensare.
Da una parte vorrei consigliare a tutti la lettura di Hiraeth, perché si tratta di una delle letture più mature che io abbia fatto nell’ultimo periodo. In tre volumi affronterete temi come la morte, il timore reverenziale che gli uomini provano nei confronti di essa, l’immortalità, il rimpianto e tanto altro.
Al tempo stesso però e proprio per questo c’è una parte di me che vuole mettervi in guardia: Hiraeth è un’opera che vi toccherà nel profondo durante la lettura, che sarà in grado di sconvolgervi tramite temi, monologhi e persino attraverso le splendide vignette realizzate dall’autrice Yuhki Kamatani (già conosciuta in Italia grazie a Oltre Le Onde, altra brillante opera edita sempre da J-Pop). È una serie che in soli tre volumi vi lascerà sicuramente qualcosa, che potrebbe aiutarvi a conoscere meglio una parte di voi stessi, delle vostre paure e dei vostri desideri, ma proprio per questo va approcciata con cautela, volontà di riflettere e di mettersi in gioco.
Hiraeth è un viaggio tanto per i suoi protagonisti quanto per i lettori e non posso fare che consigliarvi dal profondo del cuore di intraprendere questo viaggio. È un viaggio che vi porterà a scoprire di più sulla vita e sul mondo che vi circonda, a capire dove siete diretti e dove desiderate andare nel corso della vostra vita e, forse, sarà anche in grado di riportarvi lì dove avete cominciato: sulla porta di casa, dove risiedono i vostri ricordi più preziosi che rimarranno al vostro fianco per sempre, anche dopo la morte.