Detective Conan è finalmente tornato sulle pagine di Weekly Shonen Sunday dopo una pausa che sembrava interminabile durata più di un mese. La fine del capitolo 1105 aveva visto l’Organizzazione degli Uomini in Nero iniziare a muoversi per colpire un “bersaglio” (che abbiamo ragione di supporre essere Rumi Wakasa), mentre Conan e Kuroda si sono finalmente riuniti per discutere dell’omicidio di Kohji Haneda avvenuto 17 anni fa, il cui colpevole sappiamo essere proprio il numero due degli Uomini in Nero: Rum.
Il capitolo può sembrare a un primo sguardo abbastanza lento, e in effetti è proprio così: è, di fatto, uno dei pochissimi capitoli di Detective Conan in cui non abbiamo un vero e proprio caso parallelo all’azione. Questo, però, non significa che non accada niente, anzi, ci vengono fornite numerose informazioni fondamentali e conferme che aspettavamo praticamente dall’inizio di questo arco narrativo.
Vediamo Amanda Hughes e Kohji Haneda interagire e abbiamo la definitiva conferma che non solo Asaca (Rumi Wakasa) fosse la sua guardia del corpo, ma che il padre della ragazza occupò quell’importante incarico prima di lei. Inoltre, prima di incontrare “qualcuno” (che noi sappiamo essere proprio Rum) Amanda chiede a Rumi un favore, congedandola dalla stanza di hotel in cui si compirà il delitto.
Rum e Amanda si incontrano sul finire del capitolo per giocare quella famosa partita a scacchi che porterà alla morte della donna, ed è qui che abbiamo un’altra importantissima informazione: Amanda dice a Rum di averlo già incontrato ben 50 anni fa, “alla festa di compleanno di un milionario giapponese”. Non c’è niente di esplicito qui, tuttavia potrebbe stare facendo riferimento a Renya Karasuma, Boss degli Uomini in Nero.
Durante il flashback vediamo anche Kuroda scontrarsi con due scagnozzi di Rum, tuttavia è ancora da chiarire nello specifico il suo coinvolgimento con l’omicidio di Kohji Haneda e Amanda Hughes, compreso il motivo per cui un membro della Polizia Segreta Giapponese si trovasse in America in quel momento, alle calcagna degli Uomini in Nero.
Il flashback viene interrotto da Ai, che chiama con insistenza Rumi vedendola persa nei suoi pensieri. Non c’è tempo di rilassarsi, di riposare né tantomeno di abbassare la guardia perché subito dopo vediamo un’inquietante immagine che non lascia presagire nulla di buono: Korn e Chianti, due cecchini provetti degli Uomini in Nero, sono in posizione pronti a sparare al loro bersaglio.
Alla fine del capitolo 1106 di Detective Conan torniamo nuovamente su Kuroda, mentre il sottotitolo recita quanto segue:
“La Mano Nera si avvicina… La storia sta per entrare nel momento culminante!”
Obbligatorio è inoltre far notare che già in precedenza è stato usato il termine “mano nera” per indicare una mossa dell’Organizzazione degli Uomini in Nero contro la “fazione” di Conan e degli altri protagonisti. La prossima battaglia si avvicina sempre di più.