Le piattaforme principalmente usate attualmente sul web sono ormai piuttosto chiare: mettendo da parte Facebook, sito maggiormente usato negli ultimi decenni, TikTok e Instagram (e in parte anche Twitter) si sono rivelati essere i luoghi preferiti dell’utenza online negli ultimi tempi.
Questi social hanno un grandissimo seguito tra i giovani, e anche per questo motivo hanno conquistato persino le fasce d’età più adulte, che cercano di comprendere la popolarità di tali siti e finiscono con l’esserne totalmente risucchiati, similmente a com’è spesso accaduto in passato con Facebook, con post perlopiù imbarazzanti di persone di mezz’età che tentavano di utilizzarlo.
Detto ciò, sembra che per qualcuno i social siano nocivi soprattutto per i giovani, i quali ora più che mai finiscono con il rintanarsi nel “mondo virtuale”. Almeno, questo è ciò che crede Mauro Grimoldi, un candidato appartenente a una lista a supporto del Partito Democratico che corre per il posto di consigliere della Regione Lombardia, il quale propone per questo motivo l’istituzione di un “patentino”.
La supervisione della Regione su TikTok e Instagram
Grimoldi si descrive sul suo sito come uno psicologo giuridico, e nel programma con cui si candida dà spazio a diversi temi, tra i quali non può evitare di saltare all’occhio anche questa strana proposta riguardante il “patentino” per TikTok e Instagram, rivolto all’utenza più giovane.
Secondo le parole del politico, i social come TikTok, Telegram e Instagram portano ad esporre i ragazzi a contenuti sempre più “forti” ed eclatanti, tra cui anche dei pericoli di cui la giovane utenza non sarebbe consapevole. Viene allora manifestata l’intenzione di proporre un “patentino” che possa diventare un metodo di prevenzione, oltre che d’educazione civica digitale per accedere ai social network, e che preveda tra i suoi contenuti un insegnamento a usufruire del mondo virtuale.
“Gli adolescenti post covid sono in difficoltà nella gestione dei rapporti reali, nell’attribuire peso alle esperienze, significato alle parole.
In particolare la fuga dei più giovani in un mondo virtuale, povero di contenuti simbolici ma ricco di immagini estreme e accattivanti, è preoccupante. L’ingresso nel mondo dei social network è sempre più anticipato tanto che spesso aggira, magari con l’acquiescente complicità dei genitori i termini di legge sull’età minima per accedere agli agognati “social”.
E’ un universo alimentato da strumenti sempre nuovi: oggi sono Telegram, TikTok e Instagram, che rischiano di esporre i ragazzi a contenuti sempre più “forti” ed eclatanti i cui pericoli impliciti ed espliciti sono ben poco consapevoli, specie ai più giovani.”
Per quanto le parole che motivano questo patentino siano piuttosto comprensibili sotto alcuni punti di vista, ci sono diverse falle nel ragionamento del candidato. Innanzitutto, il fatto che sia indirizzato solo alle persone giovani testimonia come non si abbia una profonda comprensione di quanto le piattaforme social siano ormai radicalizzate nella società.
La presenza di persone adulte, a volte anche d’età avanzata è sempre più palpabile, e molto spesso sono proprio questi individui ad essere quelli che necessiterebbero maggiormente d’imparare ad utilizzare i vari siti più popolari.