Trigun Stampede continua, anche all’inizio di quest’episodio, a mostrare nei primi minuti il passato di Vash e Knives. Squarci della loro infanzia e della parentesi di quest’ultima più importante per il worldbuilding dell’anime: il naufragio spaziale sul pianeta desertico.
Molte immagini dei flashback erano già state preannunciate nei trailer, e le abbiamo già viste, così come anche molti spezzoni di combattimento di quest’episodio. “Possiamo definirci fortunati a sopravvivere su un pianeta che sembra l’inferno, o forse siamo solo da compatire? Comunque, ecco una canzone per voi…” un Vash adulto ascolta queste parole da una radio, e parte il riff di chitarra dell’opening, pelle d’oca, sono un tipo sentimentale.
Sempre da una radio Meryl, Roberto, Vash e tutto il diner di Jeneora Rock apprendono dell’evasione dei Nebraska, nemici che chi ha letto il manga e visto il vecchio anime già conosce, sono una famiglia di criminali in pieno stile Trigun, a metà tra il western e il cyberpunk, passatemi la semplificazione.
Dalle prime scene si nota da parte dello studio Orange un’attenzione e una cura dei dettagli molto cinematografica nelle inquadrature e nella resa degli ambienti. Molti escamotage narrativi, come per esempio questo della radio, con la gente di Jeonora Rock che apprende insieme al pubblico che sta vedendo l’episodio un elemento di trama che sarà fondamentale per la narrazione dell’episodio è molto, ma davvero molto, cinematografico.
Ho apprezzato davvero tantissimo questi cambi di scena, il montaggio, l’aspetto più tecnico di quest’episodio rispetto alla trama che non aggiunge niente di nuovo, anche i capitoli del manga dedicati ai Nebraska, li ho sempre abbastanza trovati non particolarmente essenziali per la trama di Trigun in sè, inteso come opera, ma propedeutici alla conoscenza del personaggio di Vash.
La sensazione che permane nella visione di questi primi episodi di Trigun Stampede è che siano introduttivi alla vera storia che tutti conosciamo molto bene, i Nebraska erano nella primissima parte del manga. Sebbene abbia voglia di azione e di vedere i Gung-ho-Guns, questo lo ammetto da fan, come ritmi e tempi Trigun Stampede sta rispettando molto le aspettative, secondo me. Mentre l’anime vecchio di Madhouse doveva necessariamente allungare il brodo perchè il manga era ancora in corso, ora pare che le cose siano cambiate e gli episodi autoconclusivi in cui di Knives e dei veri nemici della trama di Trigun non si faceva nemmeno un accenno non esistono più, non essendoci la necessità.
Qui Knives è un’ombra che insegue Vash in un modo ben presente, lo incalza fin dall’inizio, indirettamente, ma comunque agisce. Il problema dell’anime di Madhouse, nei primi episodi, è che fa sembrare Trigun una serie di avventure di questo pistolero strampalato che si chiudono nel giro di uno o due episodi al massimo, storie staccate l’una dall’altra, la mia impressione è che con Trigun Stampede abbia lo studio Orange insieme a Yasuhiro Nightow cercato di creare una storia omogenea e una certa continuità tra gli episodi. Questo l’ho trovato un aspetto positivo.
La trama di quest’episodio è molto semplice, i Nebraska sono evasi e vogliono catturare Vash. La gente di Jeneora Rock, in particolare proprio la barista del saloon, che aveva dipinto un tratto positivo di Vash e sembrava essere in rapporti d’amicizia stretti con lui, gli punta il fucile contro e cerca di catturarlo.
Vash si ritrova così a scappare in una sequenza action che abbiamo già visto nei trailer, e una volta nel deserto, Meryl lo rimprovera dandogli del codardo. Quello che in realtà fa Vash è semplice pacifismo, o almeno, ci prova fino in fondo. Come personaggio, e anche l’estetica in generale di Trigun, è molto legato a un immaginario rock e a un’atmosfera che rimanda a qualcosa che ha a che fare appunto con le storie di Easy Rider e film del genere, con il blues rock di Woodstock, una suggestione data nel vecchio anime dalle colonne sonore stupende di Tsuneo Imahori.
Come scrivevo già nella recensione del precedente episodio la morale di Vash the Stampede è un richiamo al Bushido, il codice dei samurai. Lo scontro migliore è quello evitato, così è scritto. Vash applica quest’etica alla lettera.
“E’ sempre necessario combattere, anche se poi alla fine qualcuno ci muore?” dice Vash a Meryl, la quale rimane sorpresa, e inizia a comprendere forse la natura di chi ha davanti a sè.
Durante l’episodio vediamo Vash aiutare addirittura chi gli punta un fucile contro, tant’è che riesce con i suoi gesti folli e sconsiderati a fare in modo che a Jeneora Rock non muoia nessuno. Un finale dove tutti si salvano e non muore nessuno è l’obiettivo di Vash the Stampede, e soprattutto la non violenza è uno degli insegnamenti più importanti di Rem.
I Nebraska si ritrovano così al saloon insieme a Vash e agli altri, dopo il rischio di distruzione del plant della città. L’ostinazione di Vash a non sparare contro un altro essere umano ha quasi dell’assurdo, incarna con le azioni ciò che filosoficamente crede fino in fondo, con una coerenza da vero pistolero, da vero samurai, da vero eroe e personaggio di una positività immensa.
Non è qualcosa di costruito e di preconfezionato, solitamente siamo abituati a vedere complessità nella malvagità, e banalità nella bontà dei personaggi di storie di anime e manga, ma anche di film e romanzi.
Quello che mi ha sempre colpito di Vash the Stampede è che è complesso e ha molte sfaccettature nel suo essere buono, talmente buono da risultare ingenuo, stupido, folle, ma è qualcosa che deriva da un’immensa sofferenza, che è rappresentata benissimo nella scena iniziale di quest’episodio, con la visione apocalittica delle gigantesche navi devastate nel deserto e Knives che ride, l’opposto del gemello, pura malvagità.
Anche la malvagità di Knives, nel manga, è più che giustificata e sensata, non c’è niente di banale neanche in lui, è ben strutturato, ben costruito, ben dettagliato, a giudicare dai flashback, prima o poi scopriremo anche le motivazioni che hanno spinto il bambino a far precipitare l’intera flotta. Alla fine dell’episodio riesce a salvare sia gli abitanti di Jeneora Rock e il plant, sia i Nebraska.
Vash se ne va di soppiatto dal saloon festante, ma Roberto, che è fuori a fumare una sigaretta, lo incontra e Vash gli dice che non gli piace molto fermarsi tanto nello stesso posto. Roberto risponde che anche se Vash volesse, di certo non potrebbe. L’uomo, che fin dall’inizio ha dimostrato un’aria navigata ed esperta nei confronti del mondo, intuisce infatti che Vash è un fuggitivo, sta scappando da qualcuno. Quel qualcuno è Knives, che con macchine costruite con la tecnologia perduta simili a ragni fa esplodere in una nube di fumo uno dei Nebraska, presumibilmente uccidendolo, ma non ci viene mostrato, l’episodio si chiude con un’inquadratura dall’esterno della città sull’esplosione appena fuori dal diner.
Trigun Stampede è disponibile in streaming su Crunchyroll.