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Il pensiero di Miyazaki sulle AI è più rilevante che mai: “sono disgustato, un insulto alla vita stessa”

Hayao Miyazaki è il celebre co-fondatore dello studio Ghibli, regista di alcuni dei film d’animazione giapponesi più famosi di sempre quali Il castello errante di Howl, Kiki’s Delivery Service, Il mio vicino Totoro e numerosissime altre opere epocali.

Un artista del suo calibro, conosciuto per l’intenso lavoro che dedica alle sue creazioni, è anche il massimo sostenitore dell’animazione creata a mano. Proprio per questo, in un’epoca che sempre più cerca di alleggerire il carico di lavoro attraverso la tecnologia, verrebbe da chiedersi cosa pensa il maestro delle intelligenze artificiali generatrici d’immagini che tanto si sono diffuse negli ultimi tempi.

Diverso tempo fa, Miyazaki si era espresso proprio a questo proposito dimostrando di non essere affatto un estimatore dei lavori delle AI. Questo perché il disegno e l’animazione sono dei processi lunghi, che vanno fatti con attenzione avendo cura di trasmettere le giuste emozioni e di cui si percepisce il risultato solo a lavoro finito. Le AI toglierebbero agli artisti proprio questo processo che, di per sé, non può essere praticabile da chiunque. È proprio questo il bello dell’arte.

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Il video che ha irritato Miyazaki trova posto anche nel 2023

Negli scorsi mesi, un’ affermazione fatta tempo addietro dall’importante nome dello Studio Ghibli era stata ripresa e se n’è parlato assiduamente. In particolare, Miyazaki esprimeva questo pensiero in un video in cui gli veniva presentata un’ambiziosa tecnologia che, secondo i suoi interlocutori, avrebbe potuto creare delle animazioni per “videogiochi con degli zombie” riuscendo a “Immaginare movimenti non immaginabili dalla mente umana”.

Tale considerazione, dopo aver visto una breve video-dimostrazione, non ha incontrato affatto l’approvazione del maestro che non solo ha detto di essere disgustato dal fatto che le animazioni mostrate manchino di alcun tipo di dolore (ricordando al contempo il dolore che il suo amico con una disabilità prova anche solo nel dargli il cinque) ma anche che non userebbe mai tale tecnologia nel suo lavoro e che sarebbe un insulto alla vita stessa.

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Il regista sostiene fortemente l’importanza delle emozioni nelle opere dell’artista e del lungo percorso che l’animatore deve passare nella realizzazione di ogni opera. Solo così si è in grado di creare vere opere d’arte.

Quando uno dei suoi interlocutori ha chiarito di puntare a creare una macchina che riuscisse a ricreare lo stesso tipo di lavoro artistico degli esseri umani, Miyazaki è sembrato ancora meno contento: “noi umani stiamo perdendo la fede in noi stessi”.

Una macchina elimina del tutto questo processo creativo che per Miyazaki è tanto indispensabile alla resa dell’opera e alla crescita stessa del suo creatore. La vecchia affermazione del noto regista è attuale ora più che mai.

L’idea che una macchina possa creare dell’arte, oltre a disumanizzare l’origine di una pratica nata dal cuore umano, sembra un vero e proprio ossimoro. Inoltre, anche se esistesse una macchina in grado di disegnare come un umano, la vera gratificazione viene proprio da tutte le sfide e le difficoltà che portano al prodotto finito. Vogliamo davvero privare l’arte di questo valore?

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Fonte: 1

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Camilla Flocco

Camilla Flocco

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