Il Ghibli Park della prefettura di Aichi richiede una prenotazione specifica per una data e un orario di ammissione. Questo per preservare l’atmosfera magica e accogliente del parco a tema e per evitare un sovraffollamento che rovinerebbe l’esperienza di entrare in un mondo fiabesco e dalle tonalità nostalgiche tipiche dei film dello Studio Ghibli.
Prenotare un biglietto, soprattutto dato il fatto che ci sono diverse sezioni del parco e richiedono biglietti diversi, diventa abbastanza complicato se non si conosce il giapponese. Ghibli Park ha inaugurato un sistema di prenotazione in lingua inglese per facilitare la procedura ai fan d’oltreoceano che vogliono visitare il parco.
Attualmente il sistema di prenotazione in inglese rende disponibili solo biglietti per la sezione Grand Warehouse e per l’ingresso a mezzogiorno. Il Grand Warehouse del Ghibli Park è la sezione del parco più celebre e che ha colpito di più i visitatori. Le prenotazioni in inglese saranno estese al parco in maniera graduale, di conseguenza è sensato che si inizi proprio dalla sezione del parco più apprezzata per mostre d’arte e fotografiche dei lungometraggi dello Studio Ghibli.
Inizialmente i biglietti erano disponibili tramite una lotteria, ora la prenotazione funziona “a esaurimento scorte” per così dire, come per un concerto o un qualsiasi evento. Le prenotazioni in inglese si possono effettuare sul sito ufficiale del Ghibli Park.
Per chi non conoscesse lo Studio Ghibli
E’ quasi impossibile non aver visto almeno una volta l’immagine di Totoro e l’iconico logo dello Studio Ghibli, lo studio d’animazione fondato nel 1985 da Hayao Miyazaki, Isao Takahata, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma.
Nel 2002 Hayao Miyazaki ha vinto l’Oscar all’animazione con il lungometraggio La città incantata (Spirited Away in originale, un titolo che rende molto più l’idea di quello che è il tema centrale del film). Questa è stata la consacrazione storica al lavoro dello Studio Ghibli.
I lavori di questo studio d’animazione sono conosciuti e apprezzati dalla critica di tutto il mondo e sono tra i lungometraggi d’animazione giapponese più visti, non solo in madre patria.
Molti film si basano sul rapporto dell’uomo con la natura, come per esempio La Principessa Mononoke, anche con riferimenti allo shintoismo e al senso di sacro e di divino della tradizione nipponica, che vede dèi protettori un po’ ovunque ci sia qualcosa di simile a un fiume, a un bosco, ogni cosa è mistica, oltre a ciò che vediamo c’è un mondo di spiriti e di energie e forze che sono ben esplicate visivamente.
In questo è geniale La città incantata, perchè parla appunto di una ragazzina che si ritrova in una città i cui abitanti sono dei veri e propri yokai e spiriti della tradizione shintoista, creature a metà tra il nostro mondo e un altro, talvolta il termine si traduce anche come spettro, demone, sono più che altro dei numi tutelari quelli dello Studio Ghibli. Totoro, che è il simbolo dell’animazione dello Studio Ghibli, ne incarna l’essenza, è un dio protettore della foresta e aiuta le bambine protagoniste del lungometraggio in una dolce, bellissima fiaba.
Quello che trasmettono i film dello Studio Ghibli è qualcosa che ha a che fare con l’infanzia e con il passaggio alla vita adulta, con l’abbandono dell’infanzia, è un guardare indietro nostalgicamente, cullandosi nei ricordi, con le musiche stupende di Joe Hisaishi, che trasmettono solo pura e infinita bellezza e gioia nel vivere, nel godere e nel vedere, notare, apprezzare, le piccole cose e i dettagli. C’è un’attenzione quasi zen nella cura dei dettagli, soprattutto nel periodo de La città incantata e Il castello errante di Howl, tratto quest’ultimo dal romanzo di Diana Wynne Jones.
I lungometraggi sono un tripudio di cura dei dettagli e hanno una qualità tecnica indiscussa, per quanto riguarda l’animazione giapponese, approfondite assolutamente i lavori di questo studio perchè dal punto di vista grafico sono ineccepibili. Le storie sono fiabe che vanno bene sia per bambini, sia per ragazzini, sia per adulti, parlano molto di umanità, e di cose molto terra terra, oltre che rappresentare l’aspetto divino della natura. Un esempio di una fiaba per adulti che mi viene in mente è Porco Rosso, ispirato a un aviatore realmente esistito, ambientato in Italia, nel mar Adriatico.
Ispirato ai luoghi italiani è anche Laputa – Castello nel cielo, il regista Hayao Miyazaki è rimasto colpito dal borgo di Civita di Bagnoregio tanto da immaginare e creare questo castello volante dalla quale proviene una ragazzina che cadendo dal cielo incontrerà il protagonista del film. Le trame sono spesso ispirate a romanzi di formazione e possono tranquillamente essere catalogate in quel genere, anche se ogni tentativo di chiudere lo Studio Ghibli e la sua espressione artistica in una scatola, in un cerchio, in un genere è del tutto inutile perchè ha creato proprio questo studio uno stile e un tipo d’animazione a se stante, diventando uno dei capisaldi dell’animazione giapponese.
Fonte: SoraNews24