Come ogni anno, lo scorso 29 dicembre si è tenuta la conferenza stampa del Presidente del Consiglio: Giorgia Meloni ha trattato varie questioni, tra cui la guerra in Ucraina, le elezioni amministrative che si svolgeranno a febbraio in alcune regioni e il mantenimento dell’impegno di voler ottenere un controllo pubblico della rete. È una scelta che andrebbe valutata molto bene, visti gli alti costi delle società di telecomunicazioni maggiormente presenti in Italia. Per il Presidente Meloni non sarà facile rendere di dominio pubblico le reti di aziende private.
Meloni promette di ottenere una rete unica al più presto, ecco le motivazioni
Giorgia Meloni, prima di rivestire il ruolo da premier, aveva già espresso la sua volontà di rendere pubblica la proprietà dell’infrastruttura di rete. La prima società privata di telecomunicazioni che ci viene in mente è TIM e, infatti, il Presidente ha espresso qualche parola a riguardo, dichiarando i motivi di questa scelta:
La natura di TIM, che è una società privata e quotata, necessita di molta prudenza e anche di una certa riservatezza. (…) questo Governo si dà l’obiettivo, duplice, da una parte di assumere il controllo della rete, per ragioni che abbiamo spiegato tante volte e che immagino tutti condividiamo in fondo – per una questione strategica – e dall’altra di lavorare il più possibile per mantenere i livelli occupazionali.
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Le modalità d’acquisizione della rete pubblica sono ancora poco chiare e gli ostacoli sono dietro l’angolo
Nonostante già da agosto Giorgia Meloni avesse promesso di rendere la rete da privata a pubblica, finora abbiamo sentito tante parole e visti pochi fatti. Sulle modalità con cui ottenere il controllo dell’infrastruttura di rete non sappiamo ancora nulla. Oltre a TIM, il Governo sembra interessato anche agli investitori di altri Paesi. Infatti, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato:
Spero che entro il 31 dicembre saremo in grado di dare indicazioni sulla rete TIM. Tutto sempre perseguendo l’interesse nazionale nel rispetto degli investitori stranieri. Non a caso Vivendi ha riconosciuto recentemente il clima positivo creato dal Governo.
Giorgia Meloni si ritroverà a dover superare un grande ostacolo: i costi delle società. Vivendi valuta la sua infrastruttura di rete oltre 30 miliardi di euro e TIM ha una capitalizzazione in borsa di 4 miliardi.
FONTE: 1.